Ciao ciao, Medioevo

Un quotidiano cattotalebano ha chiuso e il suo editore è fallito. Credo che mi impiccherò per la disperazione.


Il fatto: alcune settimane fa, dopo 92 anni di esistenza, un quotidiano della Svizzera italiana, il «Giornale del Popolo», ha smesso di uscire. Da anni era una voragine finanziaria. È di due giorni fa la notizia del fallimento definitivo. A partire dal 2004 è sopravvissuto soltanto perché sostenuto da un altro quotidiano, il «Corriere del Ticino». Alla fine dell’anno scorso il «Giornale del Popolo» aveva deciso di provare a farcela da solo, ma all’inizio di maggio il fallimento di Publicitas, che gli procurava le inserzioni e gli garantiva il 40% delle entrate, lo ha stroncato. E be’, sai che c’è? Chissenefrega. Anzi, meglio così.

Adesso tutti si dicono dispiaciuti, perfino addolorati. La manfrina è la solita: la chiusura di una testata è comunque una perdita per il panorama informativo e per la democrazia e bla bla bla. Ma è vero? Mah. Dipende dalla testata. E non è questo il caso.

Il «Giornale del Popolo» era la voce della Curia di Lugano. Il giornale dei cattolici ticinesi, insomma. Ma nemmeno dei cattolici più aperti alla modernità. No, invece: negli ultimi anni ha rappresentato soprattutto i cattolici più ottusi, retrogradi e reazionari. Comunione e Liberazione, per intenderci. Quindi vai con la «teoria del gender», vai con la «famiglia naturale» e vai con le altre minchiate della propaganda farlocca dei bigotti fondamentalisti. Sul piano ideologico, la redazione era spianata sulla Destra neoliberista. Secondo il penultimo direttore, il paradigma climatologico del riscaldamento globale sarebbe solo un pregiudizio ideologico degli scienziati. Per dire il livello, eh.

Ora, noi dovremmo essere dispiaciuti per la scomparsa di un giornale la cui lettura era gradevole come un’ispezione manuale della prostata? Ma anche no. Proprio per niente. Anzi, è solo giustizia.

Anzitutto il mercato pubblicitario ormai è quel che è: lo sappiamo tutti. Ed è un macello. Se Publicitas è fallita, come tutti prevedevano da tempo, ci sarà una ragione, no? Perciò, se intendevate farcela, dovevate contare soprattutto sui lettori, sulla loro attenzione e fedeltà. Nondimeno i lettori nella Svizzera italiana non vi volevano. Se vi avessero voluto, vi avrebbero letto in numero sufficiente da permettervi di sopravvivere. Così non è: avevate solo 7’000 abbonati. Fatevene una ragione. Non siete voi i paladini del libero mercato? Ecco qua: il libero mercato vi ha giustiziati. Ops.

Neanche i lettori cattolici vi apprezzavano tanto da garantirvi la sopravvivenza. Forse perché sono troppo pochi. O forse perché i lettori cattolici sono tanti, ma sono pochi i cattolici del tipo che apprezza le vostre cazzate oscurantiste. E allora fatevi due domande, dai.

Infine una domanda per gli intellettuali, specie per quelli di Sinistra, tanto addolorati per questo «duro colpo per la pluralità dell’informazione»: ma voi lo leggevate? Ciascuno di voi pagava un regolare abbonamento? Se non lo leggevate, se non contribuivate prima a tenerlo in piedi, magari perché quel giornale faceva cagare – e infatti faceva cagare —, allora con quale stupefacente faccia di bronzo adesso vi stracciate le vesti?

Bene ha commentato una mia amica e collega, già redattrice del «Giornale del Popolo», poi silurata anni fa perché incompatibile con la linea cattotalebana: «Un pezzo di Medioevo che se ne va». Sicché lasciamolo andare e rallegriamoci.

Choam Goldberg

P.S.: Due-parole-due per chi ha perso il lavoro: una trentina fra giornalisti, grafici, amministrativi, collaboratori esterni. Dispiace. Davvero. Se qualcuno può permettersi di frignare, quelli siete voi. Però i giornali cartacei stanno chiudendo tutti, e in Ticino il vostro era il più malandato. Lo sapevate. E sapevate pure che era solo questione di tempo. Tuttavia vi siete fatti fregare dalle promesse di Mésoniat e di Zumthor. Non ci voleva un genio per capire che, con l’aria che tira, erano inverosimili. Oppure sul serio vi eravate illusi che questo Paese in culo all’universo, con meno di 400 mila abitanti e una mandria in crescita di analfabeti funzionali, nell’epoca dei social media potesse continuare a sostenere tre quotidiani cartacei?


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