Dibattito? No, grazie

Non avremo mai la certezza della verità. Abbiamo però la certezza della falsità. Per questo coi cialtroni non bisogna nemmeno discutere.


Alcuni giorni fa mi hanno scritto gli studenti di un liceo. Siccome sanno che, fra le molte cose di cui mi sono occupato nella vita, c’è anche il giornalismo scientifico, spesso le scuole mi invitano a tenere delle conferenze. Succede tutti gli anni: una volta è l’astrofisica, un’altra le biotecnologie, un’altra ancora la comunicazione digitale. È successo pure che mi chiamassero a parlare di ateismo e laicità, e l’ho fatto ben volentieri. Stavolta però non volevano una conferenza o un seminario, ma un dibattito. Con un terrapiattista. E io ho detto no. Cazzo, va bene tutto, ma il terrapiattista no.

C’è una consuetudine nel giornalismo, quando si deve approfondire un tema considerato, a torto o a ragione, controverso nella scienza, nella politica o nell’economia: dare spazio a tutte le voci. Perfino lo stesso spazio, quali che siano le voci. Ed è una consuetudine pessima. Infatti alcune voci sono espressione di una minoranza screditata e le loro convinzioni sono assurde e inaccettabili. Concedere loro la stessa attenzione e addirittura lo stesso spazio dei paradigmi dominanti o delle teorie almeno verosimili significa fare un pessimo servizio ai destinatari dell’informazione.

Nondimeno mi è capitato che un caporedattore mi abbia chiesto di preparare un servizio di approfondimento sulla teoria dell’evoluzione, imponendomi però di andare a intervistare anche un creazionista. Perché? Perché il caporedattore era affiliato a Comunione e Liberazione e sosteneva che «l’evoluzione è solo una teoria, oltretutto problematica, e bisogna dare spazio alle voci critiche». Be’, «solo una teoria problematica» ‘sta minchia, caro mio. L’evoluzione è un fatto osservato, documentato e inserito in un quadro teorico perfezionabile ma ormai acquisito dalla comunità scientifica. Chi lo nega, sulla base delle proprie credenze bigotte, appartiene una minoranza infima e priva di argomenti e di credito. L’esistenza di costoro non implica che la teoria dell’evoluzione sia un argomento controverso nella comunità scientifica. Sulla base dello stesso principio di legittimità di ogni opinione, se parliamo della Shoah allora dobbiamo sentire anche qualche storico negazionista, giusto?

Sbagliato, com’è ovvio. Sbagliato e pericoloso. Dare spazio ai cialtroni significa concedere a loro e alle loro assurde idee una dignità che non meritano. Chi legge gli articoli o chi assiste al confronto, se non ha competenze specifiche o abitudine al pensiero critico, è legittimato a concludere che «il problema è aperto, la questione è controversa, sono possibili opinioni differenti». Ecco, invece no: alcune opinioni non sono possibili. Se prendiamo il caso della scienza, per esempio, non possiamo pretendere che le teorie e i modelli siano veri, ma solo provvisoriamente non falsi: Popper docet. Non abbiamo certezze sulla verità. Però abbiamo certezze sulla falsità, questo sì: sempre Popper docet. Forse la Terra non è sferica? Infatti non lo è: è un ellissoide di rotazione. È così? Ebbene, è falso anche questo: è un geoide. O forse non è neppure un geoide. Forse è qualcos’altro che ancora dobbiamo scoprire. Tuttavia, se non siamo certi di che cosa sia, lo siamo di che cosa non è: la Terra non è un ellissoide di rotazione, non è sferica, ma, soprattutto, non è un disco piatto.

Per questo ho rifiutato di partecipare al dibattito con il terrapiattista. Nemmeno ci parlo, con certa gente. Se accettassi il confronto, lo riconoscerei come un interlocutore degno di attenzione. E non lo è, perdìo. Non lo è.

Lasciamo i cialtroni alla propaganda solitaria delle proprie fesserie, a beneficio dei gonzi.

Choam Goldberg


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