Non è una religione, ma…

…anche l’astrologia è un’enorme stronzata. Come la religione. Ed è molto pericolosa.


«Ma che male vuoi che faccia? Al massimo è solo una piccola, innocua superstizione. Si legge l’oroscopo con un sorriso e due minuti dopo è bell’e dimenticato»: così di solito mi risponde chi non comprende la mia ostilità all’astrologia. E avrebbe pure ragione, se fosse vero. Ma non lo è. Perché l’astrologia è pericolosa.

Il numero totale delle prove a favore dell’astrologia è zero. Non ce n’è neppure una. Neanche piccolina. Nemmeno un indizio. Non c’è un cazzo di niente: l’astrologia è in totale, definitiva e insanabile contraddizione con l’immenso, elegante e coerente quadro dell’universo che abbiamo ricavato da 400 anni di ricerca scientifica. Insomma, se l’astrologia funzionasse, tutta la scienza contemporanea sarebbe sbagliata.

«Ma magari la scienza è sbagliata, Choam! E l’astrologia funziona. Perché non vuoi ammetterlo?», obietta il credulone. Nessun problema: sono disposto a ribaltare seduta stante la mia opinione, ad ammettere un influsso degli astri sulle vite umane e a buttare nel cesso tutto il sapere scientifico, se qualcuno mi dimostrerà che trigoni, quadrature e tutto il rimanente ciarpame hanno a che fare con la mia vita. Dovrò però vedere prove e argomenti razionali, non vaghi discorsi fumosi su antiche e venerabili tradizioni. Le tradizioni non sono venerabili solo perché sono antiche. E l’astrologia è sì antica, ma rimane una stronzata. Infatti non esiste una sola verifica sperimentale delle capacità dell’astrologia, né nel campo della descrizione della personalità né in quello della predizione del futuro. Considerando la distribuzione generale delle nascite di tutta la popolazione, che già di suo non è affatto uniforme, non nascono più militari o sportivi sotto il segno dell’Ariete che in quello dell’Acquario. Né preti o artisti o medici sotto i segni dei Gemelli o del Cancro.

Ma l’ottuso non demorde: «Il segno non basta. L’astrologia richiede rigore e lunghi e precisi studi e…». Cazzate. Sull’argomento c’è un’ampia letteratura scientifica, a partire dal famoso studio uscito su «Nature» nel 1985, quando Shawn Carlson, dell’Università della California a Berkeley, dimostrò che, anche collaborando con astrologi professionisti che avevano tutte le informazioni a disposizione, essi non sapevano produrre descrizioni del carattere delle persone migliori di quanto avrebbero fatto andando a casaccio. Ecco la conclusione di Carlson:

Sono state prese grandi precauzioni affinché l’esperimento non fosse pregiudizialmente a sfavore dell’astrologia e perché un qualsiasi effetto astrologico avesse delle ragionevoli possibilità di verificarsi. A dispetto del fatto che abbiamo lavorato con i migliori astrologi (…), malgrado nel corso di tutto l’esperimento sia stato seguito ogni ragionevole suggerimento degli esperti di astrologia da noi consultati, nonostante gli astrologi avessero approvato il protocollo sperimentale e previsto una percentuale del 50% come «effetto minimo» che avrebbe dovuto essere osservato, l’astrologia ha fallito completamente nell’operare a un livello migliore di quello del caso. Testate con la tecnica a doppio cieco, le previsioni degli astrologi hanno dimostrato di essere sbagliate. La connessione prevista fra le posizioni dei pianeti e di altri oggetti astronomici al momento della nascita e la personalità dei soggetti non esiste. L’esperienza senza ombra di dubbio respinge l’ipotesi astrologica.
– S. Carlson, A double-blind test of astrology, «Nature», vol. 318, pp. 419-425, 5 dicembre 1985

È chiaro, sì? Un fallimento totale, come del resto ogni altra sperimentazione simile ripetuta in seguito. Altro da aggiungere non c’è, ma…

…ma niente, il boccalone non molla: «Ma quanto sei arrogante! Non vuoi ammettere che c’è qualcosa che la scienza non può spiegare!». Per la serie: «Non capisco un cazzo, ma do aria ai polmoni». Siccome l’astrologia non funziona, non c’è proprio nulla da spiegare. E poi no, niente affatto: non ho alcuna difficoltà ad ammettere l’esistenza di innumerevoli fatti non spiegati dalla scienza. Altroché!

La scienza vive di mistero. Non ci fosse il mistero, sarebbe finito il piacere dell’indagine. Per cominciare, non sappiamo nemmeno che cosa c’è dentro l’universo: il 96 per cento del suo contenuto è formato da materia oscura ed energia oscura. Ossia cose a cui abbiamo dato quel nome in mancanza di meglio, ma sulla cui natura brancoliamo – letteralmente! – nel buio. Poi non sappiamo com’è nata la vita. Abbiamo qualche ipotesi, ma siamo ben lontani da una spiegazione esaustiva. Potrei proseguire ad nauseam. Ci sono interi libri sul tema «Cose che non sappiamo spiegare». Ma sai qual è la differenza fra questi misteri scientifici e l’astrologia? Che i primi sono reali, fondati su osservazioni precise, rigorose, condivise nella comunità scientifica. Mentre la seconda è un insieme di credenze fondate sul niente. Una stronzata, appunto.

«Ma io voglio crederci lo stesso», insiste il fanatico dell’astrologia, la cui certezza non può essere scalfita da alcun argomento razionale, proprio come la fede religiosa. «E voglio crederci perché l’astrologia mi aiuta a vivere meglio», aggiunge. In che senso? «Nel senso che, quando mi rivolgo al mio astrologo di fiducia, che mi fa il tema natale e mi guarda le configurazioni planetarie, mi sento capito e ricevo un responso che poi si rivela efficace». E qui io sbrocco.

Sbrocco perché torniamo all’inizio: l’astrologia è innocua. Ma anche no, cazzo. Anche per niente. Il problema non sono gli oroscopi. Gli oroscopi sono una stronzata. Qualsiasi astrologo serio lo conferma. E sì: ho scritto proprio «astrologo serio». E sì, lo so: è un ossimoro. Infatti non esistono astrologi seri. Nel migliore dei casi sono dei creduloni come i loro clienti, nel peggiore dei ciarlatani in malafede. Eppure si autodefiniscono «seri» proprio perché concordi nel considerare stronzate gli oroscopi basati sul segno zodiacale. Loro invece, quelli «seri», operano con tutti i crismi, studiando i trigoni e le quadrature. Magari praticano pure la «astrologia del profondo» e quando li consulti ti danno un responso approfondito su… su che cosa? Su amore/soldi/lavoro, dicono loro. Cioè sulla tua vita. Sulle tue tragedie. Ebbene, proprio per questo sono pericolosi.

Supponi di avere un grave problema personale. Un dramma esistenziale. Una malattia da affrontare. La perdita del lavoro. Una crisi di coppia. Un lutto o una separazione. Una sofferenza psicologica intensa e profonda. A chi ti rivolgi? La razionalità ti suggerisce di trovarti un buono psicoterapeuta e di iniziare un lungo, doloroso ma catartico lavoro su te stesso. Chiedi in giro, parli con il tuo medico o con qualche amico che ha già avuto buone esperienze, scegli un nome, verifichi che il terapeuta in questione sia iscritto all’albo professionale, gli telefoni, prendi appuntamento per la prima seduta e sai che verrai seguito da un professionista qualificato, formato, esperto. La psicologia non è una scienza esatta, ma chi deve accompagnare le persone in un percorso di cura psicologica deve essere laureato, deve aver seguito a propria volta una psicoterapia, deve aver superato un esame di Stato. Non può e non deve essere l’ultimo stronzo o coglione.

In compenso l’ultimo stronzo o coglione può improvvisarsi astrologo, sensitivo, coach dell’anima o una qualsiasi delle altri demenziali definizioni che questi cialtroni si autoattribuiscono. Chi si rivolge a loro lo fa spesso in condizioni di sofferenza psicologica profonda e ne riceve consigli, suggerimenti e indicazioni potenzialmente devastanti. Sulla base di un tema natale – cioè del nulla infiocchettato in una scatola fatta di niente – squadernatogli davanti da un imbroglione, qualcuno può decidere di cambiare lavoro, di divorziare, perfino di curarsi in un modo piuttosto che in un altro. Ti rendi conto del pericolo? E questa sarebbe l’innocua astrologia?

Sicché, per pietà, risparmiatemi questa stronzata. Anche ora, adesso. Perché io non festeggio mai le ricorrenze, però in questi giorni lo spumante sì, volentieri, grazie. E pure il panettone. Ma la sfilza di astrologi di Capodanno, televisivi e radiofonici e on line, tutti a descriverci gli eventi dell’anno che verrà, tutti sbugiardati dal consuntivo fra 12 mesi… ecco, quelli anche basta, per favore. Ché non se ne può più.

Choam Goldberg


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