Ovvero: l’Esagono senza Dio.
Quali libri leggere, volendo approfondire il pensiero che prescinde dall’esistenza della divinità, il pensiero che perfino ambisce ad argomentare l’inesistenza della divinità? Li abbiamo raccolti e brevemente commentati in un ipotetico (e perciò di certo esistente) Esagono della infinita e babelica biblioteca. E altri ne arriveranno, fino a riempire i venticinque vasti scaffali.
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Ateismo ragionevole by Scott F. Aikin
Pensato soprattutto per un pubblico degli Stati Uniti, dove nella percezione comune chi non crede in Dio dev’essere per forza uno stronzo degenerato e immorale, questo saggio è un invito al confronto onesto per dimostrare che anche gli atei possono essere persone per bene, civili e dotate di un senso morale. Pur con qualche prolissità, riesce nell’intento con il consueto argomentario delle critiche alla religione (ma senza risparmiarne anche al Nuovo ateismo). E, en passant, dimostra che la credenza in un Dio onnisciente, onnipotente e buono è impossibile.
Vivere senza dio by Ronald Aronson
In questo saggio non si discute del problema dell’esistenza di Dio. Infatti la soluzione è sottintesa: Dio non esiste. Altri problemi rimangono però aperti. Che senso può avere la vita umana? In particolare, che senso può avere la mia vita? Merita di essere vissuta? Qual è la mia responsabilità verso gli altri e il mondo? Come posso essere libero? Come posso affrontare la morte? Che cosa posso sperare, e perché? Inutile negarlo: proprio perché Dio non c’è queste domande sono ineludibili e meritano una risposta. Tanto più degna proprio perché umana, non divina. Quella di Aronson è una proposta molto ispirata dall’esistenzialismo sartriano, non sempre è convincente, ma senza dubbio è meritevole di una riflessione. Purtroppo il saggio è molto legato quasi solo alla realtà statunitense.
Disputa su Dio e dintorni by Corrado Augias
La prima parte ospita una disputa sui “dintorni”, ossia la Chiesa, la coerenza, il bene e il male prodotti dalla religione e quant’altro. Disputa nella quale il teologo Mancuso, come c’era da aspettarsi, si dissocia dalla Chiesa granitica, retrograda e incoerente, in contraddizione con il messaggio di Gesù. Tante grazie, sai che scoperta. La seconda parte affronta la disputa su Dio. Saltano fuori i soliti problemi la libertà, il dolore, la teodicea, la razionalità della fede. Mancuso riconosce che Dio è indimostrabile, ma ne vede traccia nell’“emergentismo”: strutture sempre più complesse e originali si formano in modo spontaneo. Scopo della vita dovrebbe essere allora realizzare una relazione giusta e ordinata per generare sempre più armonia e noi dovremmo essere indotti a credere non dalla paura della morte, ma dall’amore per la bellezza e per il bene. Idee poetiche e affascinanti ma indimostrabili e non falsificabili, come Augias ha buon gioco a evidenziare.
Il desiderio di Dio by David Baddiel
Il sottotitolo provoca e irrita ogni ateo consapevole: «Chi non vorrebbe che esistesse?». In realtà la tesi di Baddiel è chiara: Dio è solo una risposta al terrore umano della morte, insieme a tante altre possibili, dall’Amore fino alla fisica quantistica. Ma resta il fatto: è una risposta sbagliata. Nel complesso un bel libro, godibile e scorrevole.
Ateismo. Una brevissima introduzione by Julian Baggini
Un po’ superficiale nel trattare alcuni argomenti e un po’ troppo critico verso l’ateismo militante. Comunque una buona introduzione all’ateismo, scorrevole, ordinata e lucida, con il non trascurabile pregio della brevità.
Gesù resistente Gesù inesistente. Due visioni a confronto di Fernando Bermejo-Rubio, Richard Carrier, Franco Tommasi
Un dibattito acceso – talvolta anche molto acceso – ma sempre rigorosamente razionale, documentato, fattuale. Alla fine la tesi ribellista appare più convincente, ma si è costretti ad ammettere che anche i miticisti hanno argomenti solidi e non sono affatto quei quattro pazzoidi descritti dai bigotti. Resta un fatto: chiunque fosse davvero, il Gesù storico con quello della fede cristiana non c’entra nulla.
La visione laica del mondo by Paul Cliteur
Se non è fondata sul libero pensiero, non è laicità: questa la tesi di del filosofo olandese Paul Cliteur. Che, con un’ampia documentazione, con l’esposizione di casi storici reali e controversi e con una logica spietata mostra come il difetto stia nel manico. Ossia nell’etica religiosa fondata sul comando divino. Da cui discende l’ubbidienza cieca, anche agli ordini e alle prescrizioni più abominevoli. Insomma, non c’è versione moderata della religione che tenga: se gli esseri umani non acquisiscono anzitutto l’autonomia morale, cioè l’indipendenza etica da ogni comando divino, e poi la pratica del libero pensiero, critico senza timore nei confronti di ogni dogma, allora qualsiasi religione rivelata sarà solo fonte di violenza e di intolleranza.
Lo spirito dell’ateismo by André Comte-Sponville
Il filosofo francese André Comte-Sponville non teme di definirsi “ateo fedele”. È ateo perché non crede in Dio e argomenta smontando le prove a favore e soprattutto proponendo prove contrarie. E fin qui convince. Convince meno quando si dichiara “fedele” perché riconosce comunque un valore alle tradizioni religiose, specie quelle occidentali, alle quali si sente più legato. Ammette il proprio desiderio di credere, ma ribalta questo desiderio in un argomento contro l’esistenza di Dio. Ecumenico, della religione recupera il senso di comunità, di fedeltà (da non confondere con la fede) e di amore. Nell’ultima parte espone la propria “spiritualità atea”, che sfiora un misticismo un po’ confusionario e ripetitivo. Affascina ma perplime.
L’illusione di Dio: Le ragioni per non credere by Richard Dawkins
Quando un uomo con la Bibbia incontra un uomo con il libro di Dawkins, la fede di quello con la Bibbia è spacciata, se ha un briciolo di onestà intellettuale. Perché questo è “L’illusione di Dio”: una spietata demolizione razionale delle credenze religiose, scritta con uno stile molto leggero e godibile. Dawkins non si limita a prendere per il culo le religioni e i bigotti, ma sa essere autoironico, mescolando filosofia, scienza, aneddoti e autobiografia. Accusato di essere irrispettoso, di fatto Dawkins lo è. A ragione. E spiega anche in modo convincente perché le religioni non devono godere di alcun rispetto pregiudiziale.
Del buon uso della religione: Una guida per i non credenti by Alain de Botton
«A volte le religioni sono troppo utili, efficaci e intelligenti per essere lasciate solo a chi crede»: questa la conclusione del saggio di de Botton. Meglio non potrebbe essere riassunto questo libro, che è una sfida a chi pensa che della religione non si debba e non si possa salvare nulla. Infatti de Botton spiega che esistono bisogni, desideri, speranze, debolezze, fragilità umani e profondi. Sono irrazionali, arazionali e prerazionali, perciò la razionalità non li può soddisfare. Ergo, se vogliamo diffondere un pensiero privo di dogmi e di credenze soprannaturali – ché difatti de Botton è ateo – dobbiamo scendere a patti con la realtà e concedere qualche soddisfazione anche all’animaletto che ci portiamo dentro. Sembra ragionevole, ma trascura un fatto essenziale: le religioni sono dogmatiche e i loro dogmi sono fondati proprio su un’autorità soprannaturale e assoluta. La scienza e la filosofia, aperte alla critica e alla falsificazione, questa garanzia non potranno offrirla mai. Così, mentre ci si può aspettare la partecipazione del gregge ottuso a una cerimonia religiosa, un rito laico provocherà sempre l’orticaria in qualsiasi libero pensatore.
Rompere l’incantesimo. La religione come fenomeno naturale by Daniel C. Dennett
Quale incantesimo? Quello secondo il quale la religione dovrebbe essere una manifestazione del pensiero inavvicinabile per l’indagine razionale con i metodi della biologia, dell’antropologia, della sociologia, dell’economia, della psicologia, della linguistica, per capire come la religione nasce, perché nasce, come si sviluppa e si diffonde, a quali esigenze evolutive risponde. Cosa che il filosofo Daniel Dennett invece fa, con un stile limpido e piacevole, trattando la religione come qualsiasi altro fenomeno naturale: con distacco e senza alcun rispetto pregiudiziale.
Catechismo di ateologia: In cosa crede chi non crede by Paul Desalmand
Se il saggio di Michel Onfray è polemico e aggressivo, quello di Paul Desalmand è un capolavoro di pacatezza. E di chiarezza, anzitutto, perché parte dalle definizioni. Si dilunga poi sulla storia dell’ateismo nella cultura occidentale. A quel punto, senza tanto divagare, colpisce dove fa male. Ossia nell’argomento definitivo contro l’esistenza di Dio: la sofferenza innocente. Prosegue con la questione morale e infine arriva al punto, sviluppato in poche pagine finali: il catechismo ateo, per provare a spiegare che cosa può/deve/vuole pensare un ateo. Nel complesso, un saggio po’ superficiale.
Storia del Cristianesimo: dalle origini a Giustiniano di Ambrogio Donini
Un testo senza dubbio datato ma ancora capace di offrire stimolanti spunti di riflessione. Marxista e quindi – si presume – ateo, Donini non fa sconti alle stronzate religiose. Tuttavia interpreta il successo iniziale del cristianesimo come una conseguenza del desiderio di emancipazione sociale delle classi più umili e mostra poi la progressiva trasformazione dell’ideologia religiosa, dopo Costantino e soprattutto Teodosio, quando la Chiesa smette di essere ostile e diventa organica al potere politico, in uno strumento di potere nelle mani delle classi abbienti per il controllo dei più poveri. Ormai introvabile se non per qualche colpo di fortuna sulle bancarelle dell’usato, questo libro importante è comunque reperibile nelle migliori biblioteche.
E Gesù diventò Dio. L’esaltazione di un predicatore ebreo della Galilea di Bart D. Ehrman
Ehrman – è risaputo – è un sostenitore dell’ipotesi secondo la quale Gesù fu un predicatore apocalittico. In questo volume argomenta proprio in favore di questa tesi, con l’intento di spiegare come sia potuto accadere che un siffatto predicatore sia poi stato considerato Dio dai suoi seguaci. Ed ecco l’ipotesi di Ehrman: a causa delle apparizioni dopo la crocifissione. Ma attenzione: da agnostico, a Ehrman non interessa se le apparizioni fossero reali o solo allucinazioni. In proposito nemmeno prende una posizione. Di fatto per lui è sufficiente che i seguaci le credessero reali per arrivare a divinizzare Gesù. Un processo che, nonostante tutti i nostri moderni pregiudizi sul rigoroso monoteismo ebraico, non era affatto impensabile in quell’epoca e in quella cultura. E che, attraverso diverse fasi corrispondenti ad altrettante cristologie, si è spinto fino al concetto di Trinità.
Gesù non l’ha mai detto. Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli di Bart D. Ehrman
Si presto a dire «Parola di Dio». In realtà quella che troviamo nelle versioni ufficiali moderne è tutto fuorché di Dio e per la verità nemmeno dei suoi autori originali. Ehrman dimostra come il Nuovo testamento sia frutto di migliaia di manipolazioni e modifiche per errore ma anche per intenzione. Dunque è interessante come documento storico, ma certo non è espressione di alcuna «Verità».
Atei o credenti?: Filosofia, politica, etica, scienza by Paolo Flores d’Arcais
Non è un libro per persone superficiali. Anzi. È un libro per chi vuol ravanare nelle profondità della filosofia, invece. Del resto è ovvio: Gianni Vattimo non è un credulone che si beve la verginità della Madonna e il resto del ciarpame dogmatico cattolico. Sicché, sgombrato il campo del cristianesimo da bigotti, che cosa rimane? La filosofia. I fondamenti del sapere. Le ragioni a sostegno delle idee. Ma soprattutto il metodo. Paolo Flores d’Arcais, ottimista inossidabile con la sua fiducia nella ragione per demolire le fedi religiose, si pone nel solco della tradizione razionalista classica, fondata sul metodo scientifico e sulla logica per arrivare a verità intersoggettive. Vattimo lo accusa di non voler riconoscere che anche quella, in fondo, è solo una tradizione culturale come tante, funzionale a esigenze di potere e di dominio. E le sue osservazioni – bisogna riconoscerlo – costringono a riflettere. Michel Onfray, che talvolta si trova a sostenere Vattimo, è il più pessimista: il rifugio nel pensiero magico è inevitabile, la razionalità scientifica non spazzerà mai via le religioni, possiamo e dobbiamo solo perseguire filosofie capaci di far luce sui meccanismi psicologici che scatenano il bisogno della religione. Insomma, un bello scontro di menti, che purtroppo alla fine lascia ancora la sensazione di un dialogo fra sordi, di una collisione fra idiosincrasie.
Il caso o la speranza?: Un dibattito senza diplomazia by Paolo Flores d’Arcais
“È come se giocassimo due sport diversi, tu a calcio e io a basket, così che è inevitabile che tu ripeta “fallo di mano” quando io invece faccio solo il mio dovere”: una frase di Vito Mancuso azzeccata per descrivere un confronto intellettuale fra due intellettuali aperti, intelligenti e coltissimi, ma inconciliabili per l’approccio al problema: spietatamente fedele al rasoio di Occam il filosofo Flores D’Arcais, sistematicamente aperto alla soggettività il teologo Mancuso (che però troppo spesso pasticcia e ignora il rigore della terminologia scientifica, mentre fa uso di citazioni e sembra appellarsi al principio di autorità, quasi gli mancassero solidi argomenti propri e razionali). Sicché niente: non se ne viene fuori. Eppure il libro merita la lettura, senza dubbio.
In Praise of Blasphemy: Why Charlie Hebdo Is Not “Islamophobic” by Caroline Fourest
A partire dalla polemica sulle vignette danesi e dalla strage di «Charlie Hebdo», Caroline Fourest sostiene il diritto alla blasfemia e mostra come la difesa della sensibilità religiosa dei credenti sia solo un pretesto per limitare ogni possibile critica alla religione, garantendo alla fede un’ingiustificata intoccabilità. Una società libera deve poter essere blasfema, oppure non è libera.
Come se Dio fosse antani by Giovanni Gaetani
Questo libro di poco più di 100 pagine è l’ideale per chi cerca un’introduzione all’ateismo scorrevole e leggera anche quando affronta temi filosofici profondi. Mai palloso, rispetta la regola che prescrive «scrivi come parli», tanto che leggendolo sembra di ascoltare la voce dell’autore.
Senza Dio: del buon uso dell’ateismo by Giulio Giorello
“Ateismo” vuol dire “nessuna sottomissione”: questa è la tesi del filosofo Giulio Giorello. Per principio. Non solo a una Chiesa, a un dogma, a una fede, ma anche a un Dio, e neppure se Dio esistesse. Giorello propone un ateismo metodologico semplice, razionale, estraneo all’estremismo e all’arroganza non solo dei cleri, ma anche di un certo ateismo militante. Un pamphlet spietato e divertente, che rivendica il dovere civile della critica a ogni religione.
Ragionando su Dio. Argomenti contro la religione e a favore dell’umanismo by A.C. Grayling
Ottimo come introduzione all’ateismo, con una pars destruens ma pure una pars construens che propone l’alternativa umanista in modo convincente. Molto scorrevole, sconcerta un po’ quando, ogni tanto, si incarta in alcuni tecnicismi in filosofese. Manca purtroppo la critica alla Rivelazione. Anche la demolizione dell’argomento morale non è del tutto convincente. Sotto quest’aspetto, Russell era più lucido. Se ci si pensa bene, l’imperativo categorico di Kant è un atto di fede analogo a quello di Plantinga.
La fine della fede: Religione, terrore e il futuro della ragione by Sam Harris
Qual è il problema principale del genere umano? La fede. Dalla fede derivano tutte le altre sciagure di Homo sapiens. Non il fanatismo, ché i moderati non sono tanto meglio degli integralisti. No, no: la fede. E, se non ce ne liberiamo, rischiamo di estinguerci. Questa è la condivisibile tesi di Sam Harris, esposta in un saggio stimolante ma a tratti noioso, confuso e disordinato, con qualche non trascurabile errore teologico e perfino un accenno alla possibilità del paranormale. Harris conclude con un tentativo di conciliare la razionalità con la spiritualità, per arrivare al misticismo. Un libro immancabile nella biblioteca di un ateo, ma nel complesso un po’ deludente.
50 motivi per cui si crede in Dio, 50 ragioni per dubitarne by Guy P. Harrison
Un’ottima introduzione all’ateismo. Semplice e didattico, ha uno stile scorrevole e leggero. Dà spazio agli aneddoti e alle esperienze personali ma nel contempo non abbandona il rigore degli argomenti razionali. Il più solido dei quali, secondo Harrison, è l’immensa diversità delle religioni, che per forza non possono essere tutte vere e quindi sono quasi certamente tutte false. Purtroppo salta un po’ di palo in frasca e a lungo andare diventa ripetitivo: forse voleva arrivare per forza alla cifra tonda. Unico punto debole: la risposta alla paura della morte. Infatti la possibilità del transumanesimo è affascinante ma poco verosimile. Questo saggio è comunque una lettura interessante, da consigliare a chi crede come sfida intellettuale e a chi non crede per avere un buon prontuario di argomenti.
Dio non è grande by Christopher Hitchens
Se Michel Onfray è indignato e Paul Desalmand è pacato, Christopher Hitchens è una via di mezzo: non s’incazza (quasi) mai, però mantiene un elevato livello di polemicità. E mostra come alla radice delle peggiori schifezze della Storia umana ci sia – gratta gratta – sempre la superstizione religiosa. Alla quale bisogna opporre un sano, critico e sereno ma anche disincantato e impietoso razionalismo.
Credere alle cazzate by Stephen Law
Con uno stile sempre piano e scorrevole, Law presenta gli otto trucchi più efficaci per convincere le persone di quelli che lui definisce “Buchi neri intellettuali”, ossia cazzate clamorose, fra le quali spicca – superfluo dirlo – la fede in un Dio buono e onnipotente. Law provoca il lettore nell’esortarlo ad applicare i trucchi ma, soprattutto, lo invita a smascherare quei trucchi quando lo stesso lettore rischia di rimanerne vittima. In teoria Law non si esprime sulle cazzate, ma di fatto la sua opinione in proposito è più che palese fin dal titolo. Deliziosa l’appendice finale, una rivisitazione de “Le lettere di Berlicche” applicata al lavaggio del cervello da parte di una setta.
Senza Dio: Storie di atei e ateismo by Eugenio Lecaldano
Un saggio con l’ambizione di proporre una panoramica sull’ateismo, dalle origini fino alla contemporaneità: che cos’è, come si è sviluppato, quale fondamento filosofico ha, quant’è importante nelle società moderne. Stimolante, ma non divulgativo né nel registro né nello stile.
Preghiera darwiniana by Michele Luzzatto
La teoria dell’evoluzione è compatibile con la fede in Dio? In questo scorrevole e godibile riassunto delle idee di Darwin, del loro successo e delle implicazioni scientifiche ma soprattutto filosofiche e morali della teoria dell’evoluzione, Luzzatto mostra che la risposta è senza dubbio no, almeno per quanto riguarda il Dio della tradizione abramitica.
Senza Dogmi: L’antifilosofia Di Papa Ratzinger by Michele Martelli
Un libro un po’ superato dagli eventi, ché Ratzinger non è più Papa da un bel pezzo, ma sempre attuale, ché la Chiesa – anche quella di Bergoglio – perde il pelo ma non il vizio. Il vizio dell’assolutismo autoreferenziale, beninteso. Ossia della Verità del dogma contrapposta alla verità della libera ricerca. Il saggio di Martelli, molto colto e ben documentato, è dunque un bella riflessione sulla fede e sulla razionalità e dimostra quanto siano incompatibili fra loro. E merita di esser letto, perché è un’appassionata difesa del relativismo scettico, ma non nel suo estremo pirroniano, bensì in una versione moderata e capace di raggiungere verità provvisorie e rivedibili. Un relativismo vero, non la caricatura demenziale del soggettivismo a oltranza, agitata come uno spauracchio dai teologi fedeli all’ortodossia assolutista vaticana.
La casta dei casti: I preti, il sesso e l’amore by Marco Marzano
Chiunque avesse il sospetto che la Chiesa cattolica fosse un sistema di Potere fondato sulla menzogna e sull’ipocrisia troverà in questo breve saggio un ampio florilegio di argomenti e di esempi che lo dimostrano. Niente male, per una religione il cui fondatore avrebbe preteso di essere nientepopodimeno che “la Verità”. Una lettura imperdibile per ogni anticlericale che si rispetti.
Trattato di ateologia by Michel Onfray
Pugnace, polemico, virulento, il filosofo Michel Onfray scava nella magagne delle religioni abramiche ma anche di una cultura laica incapace di liberarsi di un quadro di riferimento religioso. Perciò, indignato e incazzoso, decostruisce i monoteismi, demistifica le fedi, smonta le teocrazie e alla fine propone una laicità postcristiana non relativista, che non pone sullo stesso piano il pensiero magico e quello razionale, perché “non è affatto vero che i discorsi si equivalgono”. Più che convincere, colpisce.
La Bibbia. Una storia inventata by Massimiliano Paleari
Fra i credenti è diffusa la convinzione che, se anche la Bibbia va presa con le pinze, resta comunque un libro che descrive fatti storici reali e personaggi esistiti nella realtà. Il volume di Paleari demolisce impietosamente questa convinzione. Né Abramo né Mosè né Davide sono mai esistiti, di sicuro non con le vite raccontate nell’Antico testamento. E quindi? Quindi l’Antico testamento è un documento storico, senza dubbio interessante, che ci rivela molto sull’epoca in cui fu scritto: dopo il rientro da Babilonia, certo non prima. Ma assolutamente non è un libro di Storia. Manco per niente. Non solo: anche l’ipotesi paleoastronautica è completamente campata per aria.
La prova matematica dell’inesistenza di Dio by John Allen Paulos
Una carrellata delle presunte prove dell’esistenza di Dio, criticate e demolite una per una. Una lettura consigliata a chi nutre interesse soprattutto per l’approccio razionale alla fede. Ma con qualche punto debole nell’argomentazione: per esempio, la complessità può o non può emergere dalla semplicità?
Creazione senza Dio by Telmo Pievani
Un breve volume che è sia un’introduzione alla teoria dell’evoluzione sia un’efficace argomentazione contro il neocreazionismo. Per dimostrare che Dio è occamisticamente inutile.
Pensa come uno scienziato. Come coltivare l’arte del dubbio by Massimo Polidoro
Non è un saggio molto approfondito, ma è comunque un’eccellente introduzione alla filosofia della scienza e al pensiero critico, per quanto un po’ sbilanciato verso l’attenzione al paranormale, come del resto ci si può aspettare dall’autore. Con uno stile semplice e colloquiale, è adatto anche ai/alle ragazzini/e.
Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo by Cinzia Sciuto
Un saggio chiaro, consequenziale e cogente in difesa dell’autodeterminazione e dell’identità individuali, in opposizione a un male inteso rispetto culturale del quale purtroppo si è fatta paladina anche la Sinistra a causa di un ingiustificato complesso post-coloniale. Perché la laicità deve combattere tutti i privilegi, tutti gli oscurantismi, tutte le violazioni dei diritti, da qualsiasi religione provengano.
Il buon Dio non esiste by Gerhard Streminger
Questo saggio è l’arma finale e definitiva contro la fede dei seguaci del Dio abramitico, ossia una Dio onnisciente, onnipotente e buono. Infatti codesto Dio è in palese, manifesta e insuperabile contraddizione con l’esperienza universale del dolore, in special modo del dolore innocente come quello dei bambini. Se ne era accorto anche Epicuro, e da allora nessuno fra i bigotti è riuscito a proporre uno straccio di teodicea decente. Streminger, filosofo e matematico, è spietato e implacabile: seleziona nove teodicee e le demolisce una per una con argomenti inoppugnabili. Sebbene l’autore insista soprattutto sul cristianesimo, tutti i suoi argomenti possono essere applicati anche a Yahweh e Allah. E sono argomenti così cogenti, così razionali, così logici, che ci si chiede come sia stato possibile che questa spazzatura filosofica sia sopravvissuta per più di due millenni e che menti peraltro eccelse come Agostino, Tommaso, Pascal, Descartes e Kierkegaard abbiano potuto prendere sul serio una così evidente stronzata. Dunque un saggio immancabile nella biblioteca di ogni ateo/a, da tenere a portata di mano e da squadernare davanti a ogni bigotto rompicoglioni. Peccato solo che, in questa edizione, sia una traduzione solo parziale.
Non c’è Cristo che tenga. Silenzi, invenzioni e imbarazzi alle origini del Cristianesimo. Qual è il Gesù storico più credibile? by Franco Tommasi
La ricerca biblica confessionale, con tutto il caravanserraglio di cattedre, professori, riviste e congressi, può sembrare autorevole se vista da fuori, ma appena si scava un po’ si scopre che è bacata dalla premessa fideista: il pregiudizio secondo il quale le Scritture sono Parola di Dio e tutto dev’essere letto e interpretato in funzione di questo dogma. Al di fuori invece, nella ricerca biblica non confessionale, si trova l’onestà intellettuale di ricercatori senza pregiudizi. Ne viene fuori non la Verità, bensì una modesta e perfettibile ma razionale verità: se rinunci al dogma viene giù tutta la baracca e si disvela il cumulo di cazzate. Risultato: sul Gesù storico si può dire pochissimo, ma di sicuro non che è risorto. Assodate invece sono l’invenzione, la falsificazione, l’interpolazione, la traduzione manipolatoria in funzione di tesi pregresse e pregiudizi ideologici e/o religiosi alle quali si sono dedicati con allegra spensieratezza i suoi seguaci nei secoli dopo la morte di Gesù. Il saggio di Tommasi offre un inquadramento generale dei problemi e delle correnti all’interno della ricerca razionale sul Gesù storico e può essere considerato propedeutico ai testi di autori più noti al grande pubblico.