Sgradevole, banale e moralista

«Abbasso i tolleranti», di Claudio Cerasa, è una ciofeca deludente.


Su questo saggio avevo delle aspettative: speravo fosse una lettura provocatoria. Abbastanza quanto meno da suscitare qualche riflessione. Invece mi sono sciroppato una sfilza di lezioncine piene di luoghi comuni grondanti moralismo di mezza tacca e proposte con una maieutica da quattro soldi, con quelle penose domandine alla fine di ogni capitolo che sembrano oneste ma di fatto sono retoriche. Per la serie: «Adesso ti racconto delle cose originali alle quali non avevi mai pensato da solo e ti aiuto a capire come stanno davvero le cose».

Continua a leggere

La teologia è una supercazzola

Ma si può scrivere di ateismo e di filosofia senza fare a chi legge due coglioni così.


La filosofia e la teologia sono, lo sospetto, due generi della letteratura fantastica. Due generi splendidi. In realtà, a che si riducono le notti di Sharazad o l’uomo invisibile, accanto all’infinita sostanza, dotata di infiniti attributi, di Spinoza o degli archetipi platonici?
– Jorge Luis Borges

Che la filosofia rientri nel fantasy nutro seri dubbi. Sono sicuro invece che ci rientri la teologia, poiché il suo oggetto è la narrazione di un’invenzione umana. E come ogni forma di letteratura fantastica si presta alle supercazzole. Che possono pure essere un genere letterario godibile, quando sono esplicite. Ma sono una fregatura quando vengono spacciate per discorsi seri. Sicché, per orientarsi, serve una guida.

Continua a leggere

Dio sul lettino

Analisi di un paziente onnipotente ma depresso.


Il sogno di ogni analista: avere in terapia Dio. Ma non per Ella, atea e madre single di un adolescente autistico. Che con il Dio della sua infanzia ebraica non ha mai avuto un buon rapporto. Tuttavia, di fronte al disagio psicologico di questo nuovo paziente, non si nega alla sfida.

Continua a leggere

Il potere di pochi, la stupidità di molti

Una splendida graphic novel dedicata all’origine della religione.


«Rhesus si è inventato tutto. Tutta questa storia è solo un enorme inganno. (…) In cosa credono non importa. L’essenziale è che credano.»
– Taro

Nelle parole di Taro, il violento capo del clan di scimmie di montagna, c’è il fondamento di ogni religione: il potere di pochi e la stupidità di molti.

Continua a leggere

Una fede cattiva

Ken Follett: dal bigottismo puritano all’ateismo, fino alla riscoperta della spiritualità.


Ogni ateo ha la propria storia: chi lo è da sempre perché non ha mai ricevuto un’educazione religiosa, chi l’ha ricevuta blanda e diventa ateo senza strappi dopo aver riflettuto, chi perde la fede per reazione a una religiosità infantile opprimente. Questo è il caso di Ken Follett, di cui EDB ha appena pubblicato «Cattiva fede», riedizione in due lingue di un lungo articolo autobiografico già uscito su «Granta».

Continua a leggere

Il sorteggio? Anche no, grazie

Un sistema molto antico. Più efficace del suffragio universale, com’è ovvio. Ma mai quanto l’epistocrazia.


Che rapporti devono stabilire le autorità con tutti questi cittadini capaci di esprimersi, che oggi strillano a bordo campo? Innanzitutto, devono accoglierli con gioia, piuttosto che con diffidenza. Poiché dietro tutta questa collera, in diretta o fuori onda, si nasconde anche un aspetto positivo, vale a dire l’impegno. È un dono impacchettato col filo spinato. (…) Se si tratta il cittadino autonomo come un animale elettorale, egli si comporterà come tale, ma se lo si tratta come un adulto, si comporterà da adulto. Il legame tra le autorità e i loro subordinati non è più quello tra i genitori e la prole, ma quello che intercorre tra persone adulte. I politici farebbero bene a guardare attraverso il filo spinato, ad avere fiducia nel cittadino, a prendere sul serio le sue emozioni e ad apprezzare la sua esperienza. Bisogna invitarlo. Dargli il potere. E perché questo rimanga un processo equo: sorteggiarlo.

In queste frasi, verso la conclusione del saggio, si trovano la tesi centrale dello storico fiammingo David van Reybrouck e insieme il fallimento di quella stessa tesi. La tesi: la democrazia elettorale è moribonda e bisognerà sostituirla con una democrazia fondata almeno in parte sul sorteggio. Il fallimento: la fiducia dell’autore nella capacità dei sorteggiati di amministrare in modo efficace la res publica.

Continua a leggere

Il suffragio universale di ‘stocazzo

«Una testa, un voto. E tutti i voti sono uguali»: ecco i due postulati di una delle peggiori iatture per l’umanità.


Ci sarà un buon governo solo quando i filosofi diventeranno re o i re diventeranno filosofi.
– Platone

Facciamo un Gedankenexperiment. Supponi di poter scegliere il sistema politico nel quale vivere: una monarchia assoluta nella quale il sovrano è intelligente, colto, razionale, laico, altruista, aperto, buono, oppure una democrazia a suffragio universale nella quale la maggioranza è stupida, ignorante, credulona, bigotta, egoista, gretta, immorale. Hai qualche dubbio? Io no. E, se anche ne avessi uno piccolo piccolo, questo saggio me lo spazzerebbe via. Perché questo non è un libro bello: questo è un libro stre-pi-to-so. Questa è l’ultima, definitiva parola sul suffragio universale: in apparenza una conquista della civiltà, in realtà una delle peggiori iatture per l’umanità, secondo solo alla sfiga dei monoteismi rivelati. Jason Brennan è il nuovo Platone. E scusa se è poco.

Continua a leggere

L’anticlericalismo ci sta tutto

In Italia gli atei e gli agnostici esistono, ma è come se non esistessero, perché non se li caga nessuno.


A volte l’anticlericalismo mi disturba un po’. Sia chiaro: lo capisco. Di più: lo condivido. Ci mancherebbe. Però, più che alle lagnanze anticlericali, preferisco interessarmi al problema filosofico dell’esistenza di Dio. Mi sembra più stimolante. Problema con una soluzione inevitabile: Dio non esiste. Palese, per chiunque ragioni in modo razionale. Assodato questo, tutto il resto vien da sé: la Chiesa è un sistema di potere arcaico e fondato sulla superstizione, chi rifiuta i suoi dogmi è discriminato… eccetera eccetera. Lapalissiano: l’anticlericalismo è una naturale conseguenza dell’ateismo e dovrebbe essere quasi superfluo difenderlo come prassi.

Continua a leggere

Se non è fondata sul libero pensiero, non è laicità

Dall’etica religiosa fondata sul comando divino discende l’ubbidienza cieca.


Una religione teista rivelata (ovvero l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, per intenderci) è compatibile con una società aperta, tollerante, democratica? Pensando alle stragi degli ultimi anni, si direbbe di no. «Invece sì», affermano i sostenitori delle versioni moderate delle religioni, «perché i terroristi sono fanatici fondamentalisti, traditori del vero spirito delle nostre fedi, in realtà tutte accomunate dall’amore e dalla pace, come sanno bene i credenti sinceri». Ah ah.

Continua a leggere

Una ciofeca

Una specie di psicoterapia atea, per nulla convincente.


Cerchi un libro di filosofia? Un libro convincente perché ben argomentato? Un libro capace di sollecitare riflessioni profonde? Allora non è questo. Perché il saggio di Maisel è una specie di manuale di auto-aiuto per chi si vuole disintossicare dalla fede religiosa e dalle stronzate paranormali: stesso tono entusiastico, stessa ambizione evangelizzatrice, stesso florilegio di testimonianze di convertiti. Ma la sostanza filosofica non c’è. Nemmeno un po’.

Continua a leggere