L’orgoglio dell’ateo nichilista

Ho scoperto con sconcerto che Giovanni Gaetani non ha capito un cazzo di me. Così gliel’ho spiegato.


Oggi è l’Atheist Day, proclamato da Atheist Republic. Se sei ateo, dovresti festeggiarlo. Perché? Giovanni Gaetani ha scritto un articolo per chiarirlo: 6 motivi perché sì e 2 motivi perché no. Io l’ho letto e ho scoperto che sono d’accordo con 5 dei 6 motivi. Rigetto l’ultimo perché – scusate –, dopo secoli di persecuzioni e discriminazioni, anche vaffanculo. Dei 2 motivi per non festeggiare l’Atheist Day accetto il secondo ma rifiuto il primo, ovvero:

Per rivendicare una presunta superiorità morale e intellettuale degli atei, o per celebrare l’orgoglio ateo.

Io non dico che essere atei renda ipso facto persone migliori: esistono atei fanatici, atei stronzi, atei ignoranti e atei coglioni. Però rende migliore me.

Non posso parlare per tutti gli atei, ma per me posso parlare: in quanto ateo, sul piano intellettuale io sono migliore di un credente perché sono libero da illusioni, credenze, superstizioni, dogmi. Perché sono razionale. Perché cerco la verità ovunque essa sia, non dove mi fa piacere immaginarla. E ne sono orgoglioso. Perciò sì, oggi festeggio anch’io l’Atheist Day. Lo festeggio con quest’articolo. E vado in culo a Giovanni Gaetani, che disapprova. Ah ah.

Domenica scorsa gliel’ho detto e ne è scaturita una stimolante discussione che mi pare interessante riferire. Premessa: le battute di Giovanni le ho ricostruite a memoria, quindi vanno prese con le pinze. Tuttavia il loro senso è quello.

Anzitutto Giovanni mi ha rimproverato: «Con questa tua dichiarazione di superiorità intellettuale atea ti renderai odioso e non riuscirai mai a convincere nessuno».

Eh? Mi sono rotolate le gonadi in cantina. Allora è soprattutto una questione di proselitismo: non bisogna sbandierare l’orgoglio per il proprio ateismo perché altrimenti la gente si scazza e non si lascia convincere.

Ma poi… convincere? Ma io lo so bene che non riuscirò a convincere nessuno. E sai una cosa? «L’immensa vastità del cazzo che me ne frega». Io non voglio convincere. Non ci provo nemmeno.

«Ma allora perché scrivi? Perché riempi con le tue pippe mentali il tuo sfigatissimo blog?», ha replicato Giovanni.

Ma porcod… perché mi diverto, ecco perché! Perché scrivere mi piace. Godo come un mandrillo in fregola, quando lo faccio. E mi diverto ancora di più a perculare le credenze degli insipienti e dei beoti. Mi diverto a scandalizzarli. Mi diverto a farli incazzare dimostrando loro quanto idiote, infondate, incoerenti e demenziali siano le loro superstizioni. So’ stronzo per questo? Ok, so’ stronzo. «L’immensa vastità… eccetera».

«Fammi capire…», ha proseguito Giovanni, «…se in un immaginario tiro alla fune ci fossero da una parte Salvini, Pillon e Fontana e dall’altra io e gli umanisti, tu da che parte staresti?».

Fuori, Giovanni. Io sto fuori. Faccio il tifo per voi, com’è ovvio. Ma sto fuori e osservo.

«Dunque tu non pensi che la società possa essere resa migliore?», ha obiettato lui. «Se gli omosessuali come te in molti Paesi possono sposarsi, se gli ebrei come te non sono più vittime di persecuzioni, pogrom e stermini, insomma se il mondo fa un po’ meno schifo, è perché c’è stato un progresso».

Le mie gonadi sono scivolate dalla cantina fin nelle fondamenta. No, io non penso affatto che la società possa essere resa migliore. Non da me, quanto meno. Ci ho provato, eh. Eccome se ci ho provato. Ho rimediato soltanto calci nel culo da gente ignorante, arrogante, presuntuosa e prepotente. E no, non guardare i miei avversari: i calci li ho rimediati da quelli che sarebbero dovuti essere i compagni, i sodali, gli alleati. Quindi anche basta, grazie. Sebbene – non lo nego – avere a che fare con me sia spesso esasperante.

La società italiana è composta da una grande maggioranza di persone idiote e/o ignoranti. Non solo: irrecuperabili e irredimibili. Questa massa è alla mercé di demagoghi e cialtroni, felice di lasciarsi manipolare. Niente che io possa dire o fare potrà mai farla ragionare: sono bestie al pascolo, ubbidienti agli ordini dei pastori e ai latrati dei cani. Dopo un anno di governo grillo-leghista, alla luce dei sondaggi attuali, dovrebbe essere evidente.

Questa società, ai miei occhi, è come un fenomeno naturale: al di fuori del mio controllo. Se mi viene un cancro, io posso farci qualcosa? No. Al massimo posso assumere uno stile di vita sano, ma se mi ammalo me lo tengo, cerco di curarlo e, se non ci riesco, alla fine crepo. Se un terremoto distrugge la mia casa, io posso farci qualcosa? No. Al massimo posso costruirmi una casa antisismica, ma se il terremoto è davvero devastante l’edificio crolla comunque, io agonizzo sotto le macerie e alla fine crepo. Ebbene, con la società è la stessa cosa: se i miei concittadini votano un governo fascista, razzista, bigotto e omofobo, io posso farci qualcosa? No. Al massimo posso votare per chi è progressista, ma se vince la maggioranza e il governo decide di cambiare la Costituzione e deportare e sterminare gli omosessuali e gli atei, io finisco deportato e sterminato e alla fine crepo. Amen. D’altronde alla fine crepiamo tutti, no?

«Tu sei fatalista», ha commentato Giovanni.

No no. Peggio: io sono disfattista. Ogni impegno è destinato al fallimento. Giovanni, che ama Camus, lo sa: il masso di Sisifo rotola sempre a valle. Sempre. Senza scampo.

Ecco perché ho abbandonato il giornalismo, del quale non vedo più il senso né lo scopo. Questo mestiere si fonda su un assunto implicito: le persone informate sono persone migliori. E io non ci credo più: non solo le persone in maggioranza se ne fottono dell’informazione e, invece di leggere articoli di approfondimento e di critica razionale, preferiscono condividere sui social media foto di gatti, memi cretini e fake news fascistoidi di cui hanno letto solo il titolo, ma addirittura, quando per caso sbattono contro qualche informazione e qualche ragionamento che demolisce i loro pregiudizi, li rifiutano e si incaponiscono peggio di prima.

Hai mai provato a far ragionare, con pacatezza, senza aggressività, senza provocazioni, un credente, ebreo, cattolico o musulmano che fosse? Hai mai provato davvero? Davvero davvero? E quante persone sei riuscito a convincere? Quante sei riuscito a far pensare? In quante hai suscitato qualche dubbio? Zero: questo è il mio risultato, nonostante io avessi le migliori intenzioni. Quindi ormai ho gettato la spugna: siccome convincere è impossibile, siccome parlare alle masse non serve a un cazzo, tanto vale abbandonare le migliori intenzioni e divertirsi a perculare le superstizioni dei bigotti. Poi magari, fra 1’000 lettori, i miei argomenti creeranno una crepa minuscola nel granito delle certezze di una persona. Ci sta. Non lo escludo. Se così fosse, mi farebbe piacere: non sarei del tutto inutile nell’economia del cosmo. Se invece non succede… pazienza: «L’immensa vastità…».

Per la stessa ragione, anche per questo mio blog sfigatissimo e per i social media io me ne sbatto delle visite, delle visualizzazioni, dei follower, dei like, delle condivisioni. Certo, se un articolo, un post o un video riscuotono qualche attenzione, mi fa piacere. Ma non è quello lo scopo. Lo scopo è solo divertirmi.

Scrive Camus: «il faut imaginer Sisyphe heureux». Infatti io sono un vecchio cinico, stronzo, disilluso e disfattista, ma sono «heureux» quando scrivo. Tanto mi basta. Anche se non serve a un cazzo di niente.

Sai che c’è, Giovanni? Auguro la miglior fortuna a te, ateo umanista, al tuo nuovo sito Ad altezza d’uomo, alla tua missione. Ma io rimango un orgoglioso ateo nichilista. Irrecuperabile, anch’io.

Choam Goldberg

Forse ti sembrerò pedante, ma è davvero importante che tu capisca perché il termine ateo, da solo, non basta. Per farlo, pensa a quanto segue. Così come esistono gli atei umanisti, esistono anche gli atei nichilisti, i quali, oltre a negare l’esistenza di Dio, credono che al mondo non ci siano valori da difendere, che l’uomo sia un essere abominevole e che l’umanità sia destinata all’apocalisse – credimi, sono più numerosi di quanto pensi. Esistono anche gli atei irrazionalisti, i quali, per quanto non credano in Dio, credono però nell’oroscopo, nelle fattucchiere, nei medium, nelle pseudoscienze, nel soprannaturale e quant’altro. O ancora esistono gli atei razzisti, gli atei omofobi, gli atei maschilisti, etc.
– G. Gaetani, «Come se Dio fosse antani»


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