«Io senza Dio» – 005

L’Eterno Assente propone a chi è ateo/a di raccontarsi.



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Tutte le domande della serie «Io senza Dio»

6 pensieri su “«Io senza Dio» – 005

  1. Sì, la professione di insegnante prevede la strategia di una continua ricerca, mettendo in continuo dubbio ciò che si raggiunge. Perciò esattamente il contrario dell’accettazione di dogmi.

  2. Si assolutamente. Sono laureato in Fisica, mondo agnostico e/o ateo per antonomasia. Che poi è facile, basta studiare e capire che i testi sacri delle principali religioni monoteistiche sono dei miti mediorentali di alcuni millenni fa.
    O forse ho scelto Fisica proprio perchè non ero convinto? Potrebbe essere un buon esempio di feedback positivo…

  3. La formazione (la chiamerei “lavaggio del cervello”, è più corretto) non ha fatto altro che rafforzare tutti i dubbi che ho sempre avuto. E non è riuscita a scalfirne nemmeno mezzo. Quindi si, ha influenzato il mio ateismo. Invece di lavare “che più bianco non si può” ha allargato le macchie e ora sono un felice pastafariano tutto sporco di sugo, olio, e schiuma di birra. In viaggio verso il vulcano.
    Con buona pace di paradiso, inferno, santi e madonne.

    Sempre più incredulo di come si possa credere.

    Dovrebbero formarci al rispetto e alla civiltà.
    L’unico nostro dio dovrebbe essere il Sole che ci sveglia tutte le mattine e che permette alla vita di essere. Invece siamo qui a perdere tempo appresso a divinità inesistenti, presuntuose e a noi ostili. Lo trovo semplicemente pazzesco.

    Ramen

  4. Intesa come formazione scolastica? Si molto.
    In seconda liceo scientifico (non una scuola prestigiosa ma periferia di Milano) l’insegnante di francese ci fece leggere Il Candido di Voltaire (in lingua originale); L’ insegnante di italiano Psicopatologia delle masse di Freud (non ricordo il motivo di questa scelta cosi poco tradizionale); L’ insegnante di religione Il senso religioso di don Giussani. Ho capito ed ho scelto.

  5. No, direi di no. Sebbene abbia conseguito una formazione ingegneristica, al termine delle scuole medie mi si indicava come proseguimento per gli studi “qualunque indirizzo di tipo umanistico”. Infatti eccellevo nelle materie di quel tipo; avrei voluto fare il giornalista. Ma tant’é, non vi sto a spegare come mi ritrovai sull’altra strada, ad ogni modo non credo di poter collegare il mio ateismo al ciclo di studi intrapresi

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