Il cristianesimo in 2 minuti – 20/50

Il Vangelo di Paolo: la versione di Paolo non concorda con quella dei Vangeli


Paolo è stato definito l’inventore del cristianesimo. È la nostra prima e potenzialmente più affidabile fonte di informazioni sulla vita di Gesù, ma se si confrontano gli scritti di Paolo con i Vangeli si scopre che Paolo è una fonte molto limitata.

Se si estraessero dai Vangeli le informazioni biografiche su Gesù, si otterrebbe un lungo elenco di storie e di fatti. Ma la maggior parte di ciò che apprendiamo su Gesù da Paolo proviene unicamente dal noto passo di 1 Corinzi 15 («Prima di tutto vi ho trasmesso l’insegnamento che anch’io ho ricevuto»).

Supponiamo che questo passo sia autentico e prendiamo dalle sette epistole paoline tutto ciò che dice su Gesù per creare il Vangelo secondo Paolo:

Gesù morì per i nostri peccati mediante crocifissione, fu sepolto e risuscitò dai morti tre giorni dopo, secondo le profezie. Dopo la risurrezione fu visto da molti. Era ebreo, aveva fratelli ed era un discendente di Davide. Era povero, mite, gentile e altruista e la sua missione era rivolta sia agli ebrei sia ai gentili. Fu tradito, definì un rituale del pane e del vino per i suoi seguaci e i Giudei lo uccisero. Fine.

Il Vangelo di Paolo è un breve paragrafo. Probabilmente contiene gli elementi più importanti – la morte come sacrificio per i nostri peccati e la risurrezione – ma ben poco altro. Nessuna parabola del figliol prodigo, del ricco e di Lazzaro, della pecora smarrita o del buon samaritano. In realtà, niente Gesù come maestro.

Niente scacciamento di spiriti maligni dai maiali, né guarigione di invalidi a Bethesda, né purificazione di lebbrosi, né guarigione di ciechi e zoppi, né risurrezione di morti, né altri miracoli di guarigione. Per quanto ci dice Paolo, Gesù non fece alcun miracolo.

Niente nascita virginale, niente Discorso della Montagna, niente cibo per 5’000 persone, niente ministero pubblico, niente battesimo, niente purificazione del tempio, niente donne al seguito, niente Domenica delle Palme trionfale, niente Giuda traditore, niente parole finali e niente Grande Scopo. Paolo non colloca nemmeno Gesù all’interno della Storia: non c’è nulla che colleghi Gesù a figure storiche come Cesare Augusto, re Erode o Ponzio Pilato.

È possibile che tutti coloro a cui Paolo scrisse le sue lettere conoscessero già queste storie omesse, ma presumibilmente sapevano già della crocifissione, che Paolo menziona 13 volte. E della risurrezione, che Paolo cita 14 volte.

Forse la cosa più sorprendente è che Paolo non insegnò nulla sulla Trinità, né risolse le questioni alla base delle numerose e importanti eresie della Chiesa: se Gesù avesse o meno un corpo spirituale (docetismo), se Gesù fosse sullo stesso piano di Dio (arianesimo) e così via. Le risposte a queste domande fondamentali non sono uscite dalle labbra di Gesù e nemmeno dalla penna di Paolo, ma sono state decise secoli dopo da uomini comuni: non sono le basi che ci si aspetterebbe per l’unica e vera religione.

L’influenza di Paolo non può essere sopravvalutata, eppure egli non ha mai incontrato Gesù di persona. Sostiene di aver visto Gesù solo in una visione e la sua teologia è molto diversa da quella dei Vangeli.

Ordinate i libri del Nuovo Testamento in ordine cronologico. Iniziate con Paolo e vedrete la storia crescere nel tempo attraverso Marco, poi Matteo e Luca e infine Giovanni. La storia di Gesù si legge come una leggenda che è cresciuta con la narrazione.

Bob Seidensticker


Note

Prima di tutto vi ho trasmesso l’insegnamento che anch’io ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. È risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia, ed è apparso a Pietro. Poi è apparso ai dodici apostoli, quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. La maggior parte di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti. In seguito è apparso a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli. Dopo essere apparso a tutti costoro, alla fine è apparso anche a me, benché io, tra gli apostoli, sia come un aborto.
– 1 Corinzi 15,3-8

Epistole paoline: 13 epistole (lettere) del Nuovo Testamento affermano di essere state scritte da Paolo, ma la maggior parte degli studiosi ritiene che solo 7 siano autenticamente paoline.

Pseudoepigrafe: una pseudoepigrafe è un documento con una falsa attribuzione, di solito a una persona influente o famosa. Ad esempio, la seconda lettera di Pietro è un’epistola che sostiene di essere stata scritta da Simon Pietro (poi San Pietro). Egli scrisse:

Noi abbiamo visto proprio con i nostri occhi la sua grandezza.
– 2 Pietro 1,16

Ironicamente, gli studiosi biblici concordano ampiamente sul fatto che questa lettera sia una pseudoepigrafe.


(20/50 – continua)

Immagine: Wikimedia (public domain)

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All material on this article is copyright 2023 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.

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