Se sei celiaco non puoi mangiare Gesù

La Chiesa ha deciso: senza glutine, non c’è Cristo che tenga.


Secondo il «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica», «transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo» (n. 283). Bada: solo nella sostanza. Tutte le caratteristiche sensibili rimangono le stesse: sempre pane e vino sono. Insomma, se fai un’analisi chimica non ti accorgi di nulla e l’ostia consacrata è (o sembra?) pane azzimo e basta. È chiaro?

No? Non è chiaro? Non ci hai capito un cazzo? Nemmeno io. Di sicuro nemmeno le pecorelle cattoliche con la bocca spalancata davanti al prete ogni domenica, inconsapevoli di queste sottigliezze. E – sospetto – nemmeno i preti e i vescovi e i Papi e i teologi fin dai tempi del Concilio di Trento, quando, in risposta alla Riforma protestante, la transustanziazione fu codificata e dogmatizzata una volta per tutte, dopo essere stata inventata nel Medioevo.

Che roba è la «sostanza»? In filosofia, la «sostanza» è il fondamento ontologico, ossia quel che fa essere ciò che è, perché non cambia mai. Siccome non si osserva né si misura, non si verifica né si falsifica, la sostanza è inconoscibile. Quindi è ciarpame metafisico: una colossale pippa mentale iniziata nella Grecia antica, sviluppata nella Scolastica medievale e poi finita a fossilizzarsi fra i dogmi cattolici. Senti che ne pensa lui:

«Sostanza», in una parola, è un errore metafisico dovuto al trasferimento alla struttura del reale della struttura delle frasi composte di un soggetto e di un predicato.
– Bertrand Russell, «Storia della filosofia occidentale»

La sostanza potrebbe sembrare solo un concetto inutile, trastullo per filosofi segaioli e fancazzisti. Invece è stata un disastro, perché – è bene ricordarlo – per queste scemenze metafisiche senza sostanza – ah ah – la gente s’è sbudellata durante le guerre di religione.

Ma torniamo alla transustanziazione: basta un «abracadabra» del prete per mutare la sostanza e trasformare l’ostia in carne. Come fa? Boh. Mistero della fede, come sempre. Che poi l’idea di mangiar la carne di Gesù fa pure un po’ schifo, ma soprassediamo: in due millenni il cristianesimo ci ha abituati a ben altri miracoli di pessimo gusto.

Però ci vuole il glutine. Non puoi usare il pane che ti pare. No, no: ci vuole proprio il pane azzimo approvato dalla Chiesa. Con poco glutine, ma non zero, ché altrimenti la natura del pane cambierebbe. In compenso è ammesso il pane ricavato da Organismi geneticamente modificati. Lo spiega bene bene una recente lettera ai vescovi firmata dal cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. E chi mai potrebbe saperlo meglio di cotanta autorità teologica?

Sicché il glutine ci vuole, altrimenti niente transustanziazione. Dio è onnipotente, ma non così onnipotente da trasformare in corpo di Cristo anche un pezzo di pane senza glutine.

Ma allora come fai se sei cattolico e pure celiaco? Beh, scegli: o niente Comunione, oppure il cagotto.

È proprio vero: Dio fa cagare.

Choam Goldberg


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