Guardando all’insù…

Elisa racconta la propria Storia per «Io senza Dio».


Ci ho messo anni per dire senza problemi a chiunque che sono atea. Lo dico in modo leggero, spesso anche tra una battuta e l’altra, ma – diciamo la verità – è più facile credere in una qualsiasi divinità  che essere atei. Da ateo vieni guardato in modo strano, giudicato e a volte falsamente compreso, solo per poi scoprire che di fronte hai una di quelle persone che vogliono convertirti.

Eppure sono arrivata qui. Come molti altri della mia età obbligata ad andare in chiesa e a catechismo, sebbene cresciuta in una famiglia che non praticava, pur credendoci ho capito da subito che quello che mi veniva raccontato aveva delle forti contraddizioni, che non aveva senso. Così mi sono sentita fuori posto e ho cercato Dio altrove, ma non venivo illuminata. Poi ho passato un periodo a essere rigidissima e a non entrare più in chiesa per nessuna funzione. Fino a quando ho trovato un mio equilibrio. Essere rigidi non ha senso. La maggioranza è cristiana e io ho trovato il mio modo per condividere i momenti di gioia e di dolore e le feste cristiane.

Poi eccomi da adulta a crescere involontariamente dei figli atei, anche se sono stati battezzati, peraltro contro la mia volontà. Io non gli ho imposto niente, ma sanno come la penso. Mi chiedo come sarà questa nuova generazione di atei. Avranno un percorso completamente diverso dal mio, visto che non sono stati indottrinati. A loro lo dico che non è facile. Infatti nella società è più semplice credere in un Dio e, quando ci sono i momenti duri della vita, a farsi forza attraverso la religione aiuta a trovare un po’ di serenità e io, come ogni genitore, vorrei una vita semplice per i miei figli.

Nei momenti di difficoltà, che non sono pochi, che cosa faccio? Incantata, io guardo il cielo di notte. Non prego. Non chiedo aiuto a un essere inesistente. Mi annullo nel cielo stellato. Mentre sorrido, mentre piango, annullo i miei pensieri guardando all’insù…

Elisa

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2 pensieri su “Guardando all’insù…

  1. Vedo che abbiamo in comune una cosa, la ricerca di un altro Dio. La società è così impregnata di queste illusioni, che se non la si ha si va a cercarla da qualche altra parte. D’altronde è vero, è più facile avere una divinità qualsiasi che non averla. Infatti quando incontro i TdG e dico che sono ateo vengo subito accerchiato per ottenere una conversione, se invece mi invento di appartenere in una altra qualsiasi religione vengo accettato, mi rispondono sempre dicendomi: “E’ importante credere a qualcosa”. ma io non so come possa essere così importante illudersi. Credo che guardare il cielo e annullarsi nella sua immensità, sia decisamente più gratificante.

    • Ciao sinceramente inizialmente pensavo di avercela con la chiesa e mi domandavo se avessi bisogno di una spiritualità… credo sia tipico di chi è stato indottrinato farsi queste domande e mi sono stati proposti diversi percorsi, che ho rifiutato…per me le religioni sono delle favole e non sempre belle…l importante è trovare un equilibrio, stare bene con se stessi cosa che auguro a chiunque

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