La mamma

Nella lettera di Giancarlo, la storia di un abuso. Una storia piccola, ma dolorosa e importante per due persone. Con una rivalsa finale. La lettera di Giancarlo.


Caro Choam,

ho ascoltato il tuo video sulla mamma e… devi sapere che la mia mamma, di 93 anni, ieri è morta e oggi l’abbiamo seppellita.

La sua morte è stata l’esito di una recente malattia che l’ha portata in ospedale. Prima stava benone. A maggio ancora si spostava guidando la sua auto. Poi un primo ricovero, poi altri. Le varie patologie di cui soffriva l’hanno stroncata. Tra l’altro durante l’ultimo ricovero, nonostante le quattro dosi di vaccino, si è beccata pure il covid da una compagna di stanza, superato però senza conseguenze, o almeno così sembra e così è stato riportato dai medici.

Ma non volevo dirti questo.

Volevo dirti che lei, grande bestemmiatrice come tutti i toscani, durante le ultime settimane di ospedale in cui aveva perso la mobilità e anche la capacità di esprimersi con frasi comprensibili riceveva nella giornata in mia assenza la visita di qualche buontempone che le riempiva il mobiletto e la sua area medica del letto di «santini»: sì, quelle immaginette con santi, Madonne e tutto il corollario di preghiere, invocazioni e cazzate varie con cui vanno armati preti, frati e bigotti vari.

Io li ho rimossi durante le prime visite, poi ho smesso, tanto riapparivano comunque ed era una lotta impari. Io contro l’uomo invisibile: come potevo vincere? Mi sono arreso, anche se potevo continuare a rimuoverli, almeno per farlo spendere il più possibile in gadget pubblicitari quando li rimetteva, ma non ci ho pensato. Peccato, e mi sono sdato (ho smesso).

Però sono stato veramente sdegnato da questa protervia, da questa insistenza e da questa meschinità. Apporre questi santini in mia assenza, senza esporsi, è veramente pavido e ipocrita. Oppure – forse questa è la spiegazione migliore – chi lo faceva era convinto di fare bene, di aiutare, di sostenere. Peccato che né la persona malata né i suoi parenti volessero o avessero richiesto quest’azione.

Ma vabbè, poco male. Tanto lei non si è resa conto di nulla. A meno che…

…a meno che questo gran figlio di puttana non le abbia anche parlato, non le abbia detto che, data la sua situazione, dato che stava per morire, si dovesse pentire, confessare e quant’altro quelle menti bacate chiedono di fare ai loro adepti o ai loro circuìti in queste situazioni.

Spero di no, spero che non sia successo, ma dallo sguardo impaurito della mamma negli ultimi giorni, in  cui continuavo a dirle che appena si fosse rimessa si tornava a casa, penso proprio lo abbia fatto.

Con quale diritto lo abbia fatto – mi chiedo –, con quale cuore – mi domando –, vorrei capire con quale amore abbia potuto torturare una persona in fin di vita per il suo scopo abietto e impossibile: un paradiso che son contento che non esiste, che non può esistere e che non esisterà mai. Come del resto il loro Dio e tutto il corollario di credenze e superstizioni che ci hanno costruito attorno.

Va bene, mi sono sfogato. Mi hanno fregato e la mamma – la mia mamma – immagino sia morta meno felice di come avrebbe potuto se al suo capezzale, in mia assenza, non si fossero presentati uno o più di questi mostri incredibili.

Chissà come questi riescono a entrare e a fare queste porcherie in un ospedale pubblico? Chissà?

Ma alla fine voglio raccontarti anche qualcosa di positivo. Ma solo alla fine.

Oggi nella cappella dell’ospedale dedicata alla veglia funebre – cappella in cui la mamma era stata portata ieri – la mia mamma e anche io abbiamo dovuto subire un’ulteriore umiliazione per la presenza del crocefisso alla parete, nonostante che né sulla bara né altrove fossero apposti simboli di quella o di altre religioni che ne giustificassero la presenza sul muro.

E pazienza. Tra l’altro il crocefisso era bello, nel senso che era una bella riproduzione del Cristo del Cimabue. Quindi pazienza, prendiamolo come un quadretto in salotto che abbellisce il caminetto.

Oggi – dicevo – anzi stamattina presto, appena l’addetto ha riaperto le cappelle con i morti, è venuto un prete, un pretino tutto gobbo e unto: il cappellano dell’ospedale. Si è affacciato nella stanza blaterando qualcosa che non ho ben capito oltre all’essere il cappellano ospedaliero, ma che si riferiva al fare una funzione, una preghiera o cose similari nei confronti della salma. Io gli ho detto «No, grazie!» facendolo bloccare sull’uscio. Allora mi ha squadrato e mi ha chiesto se ero un parente e se poteva… Ancora una volta lui ha ricevuto il mio perentorio «Sono il figlio! No, grazie!». Ha avuto un attimo di sbandamento e confuso se n’è andato  con la coda tra le gambe.

Non avrei voluto rispondergli su chi fossi, perché non riconoscevo la sua autorità a chiedermelo, ma siccome si era presentato come prete ho voluto fargli sapere chi fossi e rimarcare il mio No deciso.

Se n’è andato – dicevo – con grande disappunto, e per questo che gioia mi ha dato, nonostante il lutto: una gioia immensa.

Mi è parsa una rivalsa epocale.

Lui che è scappato, come è giusto che sia, e io e mia mamma che siamo rimasti lì, nonostante la morte e nonostante il crocefisso e nonostante il prete.

I buoni hanno vinto, almeno stavolta.

Grazie, Choam, avevo bisogno di dirlo.

Spero mi perdonerai se non è molto attinente con il video da cui sono partito, ma in questa storia  la mamma c’è, anche se purtroppo ha cessato di esserci.

Giancarlo


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2 pensieri su “La mamma

  1. È l’arroganza e la prepotenza con la quale questi preti di merda impongono per abitudine la loro presenza e la loro superstizione anche laddove non è espressamente richiesta.
    Ma lo fanno esclusivamente a scopo di lucro, perché se ti fossi aggregato alla funzione del cappellano dell’ospedale, gli avresti dovuto dare l’offerta o, spesso e volentieri, avresti dovuto pagare una tariffa prefissata.
    Penso sia per questo che c’è tanta aridità e assoluta mancanza di empatia, perché sostanzialmente per loro questo è solo un lavoro remunerativo mascherato da finto altruismo… lo squallore più assoluto.
    Quando sono dovuta andare in chiesa a organizzare il funerale mi mia madre morta all’improvviso lasciandoci totalmente scioccati e disorientati, il prete ha parlato di tutto e di più, anche dell’offerta per la messa, senza aver esordito con un semplice “condoglianze” o un “mi dispiace”.
    Lo schifo più assoluto.
    Fatti forza in questo momento di dolore con questa tua piccola, ma importante, vittoria.

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