Come fanno, sbagliano

Di fronte all’epidemia prevista ma non preparata, qualsiasi reazione dei credenti è oggetto di perculamento da parte degli atei. Ed è ovvio.


Te la ricordi, la SARS? Io sì. Molto bene. In quel periodo – parliamo di 17 anni fa – lavoravo per un quotidiano – quando ancora i giornali di carta se li cagava qualcuno – e mi occupavo delle pagine di scienza e di tecnologia. E ricordo bene le indicazioni dalla direzione: coprire l’epidemia, informare i lettori, fornire informazioni scientifiche e affidabili. Ogni articolo si concludeva con il parere di un esperto. Diverso l’esperto – di volta un volta un epidemiologo o un virologo – ma sempre lo stesso il parere finale: «Attenzione, perché magari stavolta ce la caviamo, ma presto o tardi ci toccherà la pandemia globale. L’incognita non è “se”. L’incognita è solo “quando”». Con la SARS, alla fine, andò come andò. A noi andò bene, per fortuna: ce la cavammo. Oggi il «quando» è arrivato e quella previsione è diventata realtà.

Una realtà nemmeno delle peggiori, peraltro. E sì, lo so: SARS-CoV-2 è una brutta bestia, non esiste un vaccino, accoppa gli anziani, pure per i giovani non è una passeggiata, non c’è da scherzarci. Non voglio affatto sottovalutarlo. Però dai, è vero: potrebbe essere molto peggio. Immagina che cosa farebbe un virus come quello della Spagnola, con un tasso di mortalità del 10 o addirittura del 20%, senza distinzione fra giovani e vecchi. Un secolo fa spazzò via 50 milioni di persone. Nel mondo attuale sarebbero centinaia di milioni. Roba che SARS-CoV-2 in confronto è un raffreddore. Eppure, poiché nessun governo ha preparato dei piani di reazione di fronte a una pandemia nonostante tutti gli avvertimenti, SARS-CoV-2 sta mettendo alla prova i sistemi sanitari. Che nei Paesi moderni e civili almeno sono finanziati come si deve, mentre in Italia…

…in Italia il sistema sanitario arriva da anni di tagli alle risorse, alle strutture, alle apparecchiature, al personale: 37 miliardi in 10 anni. Perché i soldi non ci sono. Mentre ogni anno lo Stato italiano regala alla Chiesa cattolica quasi 7 miliardi per avere in cambio cappellani militari, docenti di religione cattolica e altre stronzate.

Io comunque non sono preoccupato. Davvero, eh. A che pro? La società, il governo, la collettività, il (carente) senso civico dei miei concittadini sono per me come fenomeni naturali, al pari di un terremoto o di un asteroide. Posso farci qualcosa? No. Posso influenzarli? No. Prendo tutte le precauzioni possibili, seguo le prescrizioni delle autorità, mi rintano in casa con la mia famiglia a sfondarci di fumetti, libri, serie televisive. Sai che novità: «Ero asociale prima che diventasse mainstream» (cit. Grillo). D’altronde nel far l’eremita c’è un vantaggio sicuro: evito di dover interagire con gli stronzi, come è successo a Giovanni Gaetani, che ha fatto la stessa scelta. Ma di certo non mi preoccupo. Del resto che altro potremmo fare? Nulla. Preoccuparsi non serve a niente. E se poi domani ce lo becchiamo? Eh, tante grazie: e allora se poi domani un terremoto distrugge la mia casa con me, Alessandro e Sofia dentro? Be’, moriremo. Càpita. Non è che se mi preoccupo cambia qualcosa.

Mentre me ne sto rintanato nel mio antro, mi piace osservare l’apocalisse zombi là fuori. In particolare mi incuriosiscono i credenti e le loro reazioni all’epidemia.

C’è quello che, ricordando i bei tempi andati, si lamenta per la chiusura delle chiese e invoca processioni e novene, aggiungendo che «l’epidemiologia moderna è un incentivo alla nostra carenza di fede». Inoltre…

Attenzione a definire quelle pre-illuministiche come credenze pseudo-scientifiche. Erano le risposte che il sapere di allora riusciva a dare per fronteggiare l’epidemia. Tra pochi decenni diranno le stesse cose delle odierne soluzioni proposte dalla medicina contro il Coronavirus.

Con ciò dimostrando di esser forse un grande storico, ma di non capire una beneamata minchia di scienza.

C’è quell’altro che, sempre coerente con il proprio stile raffinato, parla di «spregiudicati untori [che] diffondono menzogne e allarmi che sottraggono l’Italia dall’Europa e dall’Europa cristiana». Perché ovviamente…

«In tutta la storia la grazia contro la peste viene dal cielo, con l’aiuto di Dio. I medici, in nome della scienza, devono dichiararci un paese ateo, con un messaggio confuso e contraddittorio, che vale solo per l’Italia, ispirando un “decreto notturno” contro la fede e contro la speranza dei fedeli.»

Infine c’è il Capo Supremo, ovvero il monocromatico (cit. Rob Orviz), che, in totale spregio di ogni buon senso, invita i propri tirapiedi ad andare a trovare… chi? Gli ammalati. È chiaro, sì? Gli ammalati. C’è bisogno di commentare?

D’altro canto mi incuriosiscono anche le reazioni degli atei alle reazioni dei credenti all’epidemia. Che sono di tre tipi.

  1. I credenti partecipano alle processioni o si ostinano a celebrare le Messe nonostante le ordinanze del governo.
    Perculamento: «Disgraziati! Non si fanno assembramenti. È pericoloso. Ogni raduno aumenta il rischio del contagio. Si mettono il cilicio, digiunano, non scopano, ma non riescono a saltare una cazzo di Messa per un’emergenza nazionale?». (cit. Rob Orviz)
  2. I credenti si rintanano in casa a sgranare rosari chiedendo la protezione di Dio, Gesù, la Madonna, qualche santo a cazzo.
    Perculamento: «Ma tu guarda ‘sti poveri coglioni a che cosa si attaccano. Come se servisse a qualcosa. Quando poi creperanno, che cosa cosa dovranno concludere? Che Dio non esiste? Che esiste ma se ne sbatte di loro?».
  3. I credenti si affidano alla scienza: annullano i pellegrinaggi, chiudono i santuari, trasmettono l’Angelus in streaming, seguono le indicazioni degli scienziati, si curano con le medicine quando si ammalano.
    Perculamento: «Ah ah! Non vi basta più il vostro Dio, eh? Non vi fidate più? Quando davvero avete paura vien buona anche la scienza materialista, vero?».

Insomma i credenti, come fanno, sbagliano. Siamo dunque noi atei a essere spietati e perfino – lo diciamo?… e diciamolo, va’ – un po’ stronzi? Possibile che non ci vada mai bene niente?

Più che possibile: ovvio. Infatti il problema dei credenti non sta nelle loro reazioni, bensì, appunto, nelle loro credenze, nel loro modello mentale bacato. Se i bigotti nutrono una fede cieca, ottusa, inscalfibile in un fatto manifestamente impossibile perché internamente contraddittorio ed esternamente incompatibile con i fatti, è inevitabile che poi qualsiasi loro reazione di fronte alla realtà sarà assurda, ridicola, inadeguata o incoerente.

E noi saremo sempre lì, inesorabili e impietosi, a percularli.

Choam Goldberg


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12 pensieri su “Come fanno, sbagliano

  1. Mi fa piacere condividere l’idiozia di certi credenti, in questo caso cattolici catecumenali. Darwin ringrazia, purtroppo saranno colpiti anche molti che non hanno partecipato…

    “E c’è una storia ai limiti dell’incredibile dietro ai motivi di questa decisione draconiana per contenere la diffusione del Covid-19. Il contagio, si legge in alcuni comunicati dell’ufficio stampa regionale, si sarebbe moltiplicato a causa di quello che De Luca ha definito un “rito mistico”, durante il quale i membri di una comunità di catecumenali avrebbero bevuto dallo stesso calice, incuranti dell’igiene e dei rischi di trasmissione del virus. I dati e le notizie raccolti dall’unità di crisi si riferirebbero a due cerimonie di questo genere, messe in atto dal predicatore e da alcuni suoi collaboratori, in violazione ad ogni prescrizione del Dpcm di Giuseppe Conte e delle ordinanze più restrittive del governatore campano. Una di queste cerimonie si sarebbe svolta in un albergo di Atena Lucana.”

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/16/coronavirus-de-luca-chiude-altri-4-comuni-causa-del-picco-di-contagi-e-un-rito-mistico-hanno-bevuto-tutti-dallo-stesso-bicchiere/5737821/

    • In effetti se questi dementi si contagiassero solo fra loro non ci sarebbe alcun problema. Anzi: selezione naturale, appunto. Purtroppo invece il contagio lo estendono anche a chi non c’entra.

  2. Condivido il tuo punto di vista ma vorrei esprimere la mia opinione sull’ultima parte, quella in cui sostieni che a noi atei non sta bene niente. In un certo senso non hai torto. Ma come si fa ad accettare di dover pagare le tasse per mantenere le loro cazzate , mentre in caso di necessità loro che non pagano le tasse usufruiscono della sanità pubblica che appunto paghiamo?
    Personalmente potrò tollerare i credenti solo quando non ci costeranno nulla, fino a che anche un solo centesimo delle mia tasse va a qualche fede religiosa, li combatterò con ogni mezzo.

    • Riccardo, condivido in toto la tua posizione. E proprio questo è il senso del mio discorso: se li perculiamo, c’è un perché. Anzi due:
      1. perché se lo meritano,
      2. perché sono dei parassiti.

  3. Bel post. Forse meno cattivo del solito, sembra quasi scritto con rassegnazione. Grazie.
    Colgo l’occasione per una riflessione estemporanea, ma perchè scriviamo sempre il nome di dio in maiuscolo? Se lo consideriamo un concetto, una astrazione come uomo o umanità non ha alcun senso scriverlo sempre in maiuscolo. Lo fa senz’altro un credente in senso di rispetto ma se non ci credo perchè dovrebbe essere più importante di uomo, donna o qualsiasi essere vivente?

    • Grazie per l’apprezzamento. E sì, sono abbastanza rassegnato. Disfattista, in effetti.

      Quanto alla maiuscola, convengo con te che Dio non la meriterebbe. Io la uso come distinzione formale fra un dio qualsiasi in un pantheon politeista e il Dio delle religioni monoteiste, che va in maiuscolo perché lo considero il suo nome proprio, come del resto anche Allah e Yahweh.

  4. La cosa che mi rattrista è che quando (non “sè”, QUANDO) quest’emergenza sarà stata risolta, quei quattro cerebrolesi che hanno speso tempo e risorse a pregare, sgranare rosari e percuotersi natiche e schiene con fruste e cilici andranno diachiarando che il merito è tutto loro e delle loro preci.
    C’è questo che mi disgusta di questa gentaglia: tutto quel che è positivo è frutto di un onnipotente, onniveggente Signore, laddove tutto ciò che è negativo è frutto dell’Uomo e del “diavoletto” (non sono quasi teneri quando usano questi vezzeggiativi sbarazzini? No, non lo sono).

  5. Dai che alla fine piano piano finirà. Le “chiamate” sono sempre meno e credo che anche se c’è parecchio analfabetismo funzionale la scienza prima o poi vincerà su tutto. Per certi aspetti meglio una cosa graduale: pensa se si dovessero svuotare di colpo i monasteri e simili…. tutti questi neodisocupati che andrebbero a fare? Ce li dovremmo accollare (ancora) noi ?😝

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