Il prete sbrocca? E tu sfanculalo

E soprattutto sfancula la sua Chiesa misogina e sessuofoba e il suo Dio patriarcale. Essere cattolici non è mica obbligatorio. (Ma perché mi tocca ripetere queste banalità?)


Ci risiamo: ancora una volta ci si lagna per l’ottusa sessuofobia dei cattolici. E chi si lagna? I cattolici. Ma si può?

Si può, si può.

Anzitutto c’è il prete che lancia strali contro le cosce al vento delle sue giovani parrocchiane.

Riassumo:

  • le cosce delle ragazzine sono come quelle dei maiali,
  • esporre il corpo femminile significa trattarlo come una merce e offendere la dignità della donna,
  • scoprire le cosce è una forma di maleducazione perché può far arrapare i maschi,
  • in particolare si arrapa il prete,
  • l’arrapamento del prete è molto seccante perché lui ha fatto voto di celibato e infine
  • la colpa di questo sfacelo dei costumi è soprattutto delle mamme, che dovrebbero vegliare sull’abbigliamento delle ragazzine.

Ecco ora la mia domanda: embe’? Ma anche chissenefrega, scusate. Don Alberto è un prete cattolico. Dicesi «prete cattolico» il sacerdote di una confessione religiosa che nei millenni si è distinta per la sessuofobia, la misoginia, la discriminazione di genere, la sottomissione delle donne, l’idealizzazione della verginità e della modestia femminile. Perciò che notizia è quella di un prete che fa il prete e dice cose da prete? Semmai sarebbe una notizia un prete che invitasse le giovani parrocchiane a presentarsi in chiesa discinte.

La polemica prosegue nei giorni successivi con la replica di una giovane parrocchiana che rivendica il diritto di vestirsi come le pare perché

«queste gambe me le ha donate il suo Dio, e il Dio di cui mi hanno tanto raccontato sono certa che non si sentirebbe offeso a vedere mezzo ginocchio scoperto da una gonna.»

Ah, be’, certo è un bell’argomento. Se invece le cosce non te le avesse donate Dio dovresti tenerle nascoste? E che dire delle tette? O del culo? Anche quelli sono doni di Dio. Quindi vai col topless in chiesa?

Nessuno – pare – ha rilevato l’assurdità della polemica. Infatti il prete ha tutto il diritto di dire quel cazzo che gli pare e di pretendere che nella sua chiesa le donne vadano vestite come più garba a lui. Lo volete capire che fa il prete? Misogino, sessuofobo e represso come ogni bravo prete, coerente con la sua religione misogina, sessuofoba e repressiva. E dunque?

Dunque la soluzione è semplicissima: sfanculatelo. Non sui social o sui giornali: sfanculatelo nei fatti. Abbandonatelo da solo nella sua chiesa a far prediche al vuoto. Quando vi arriva con la posta il foglio parrocchiale, ficcatelo dove merita: nella scatola della carta da riciclare, insieme a «La Torre di Guardia». E tu, giovane cattolica con la minigonna, invece di lagnarti per le esternazioni medievali del tuo parroco, hai da fare una cosa semplicissima: smettere di essere cattolica. Ti riconosci in quella religione patriarcale? No? E allora che ci fai lì dentro? Sciò. Aria. Va’ fuori a prendere aria. Dimentica il prete. Dimentica pure il suo Dio maschilista. Diventa pastafariana, ché tanto il PSV se ne sbatte di quanta pelle esponi. E poi vestiti come cazzo ti pare.

Insomma, a chi dice «Se il prete non vuole vedere le cosce delle ragazze, basta che non le guardi», io rispondo «Se il prete spara cazzate, basta che lo ignoriate». Vivreste tutti più felici e forse il prete si farebbe due domande. Ma forse anche no: i preti – è risaputo – non hanno grande familiarità con il dubbio.

Choam Goldberg

(Foto: Ed Uthman)


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