6 giustificazioni delle atrocità divine

Una lista non esaustiva di stronzate.


A me piace Giovanni Zenone. Mi piace davvero tanto. Zenone svetta per eleganza, cultura e coerenza in mezzo alle capre al pascolo nello zoo degli apologeti bigotti dei social e alla marmaglia dei credenti tiepidi e superficiali con il loro cattolicesimo fai-da-te.

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Intelligenza, cultura, bigottismo: insieme

Com’è possibile? Eppure è possibile. Per tre motivi.


L’autorevole docente di chimica all’università, con molte decine di pubblicazioni e incarichi prestigiosi in comitati scientifici, ma aderente a Comunione e Liberazione. La mediatrice culturale con una laurea in linguistica, una in antropologia e un dottorato in sociologia, fluente in cinque lingue, ma musulmana osservante. Il dirigente di una grande multinazionale, con un dottorato in economia e molte migliaia di dipendenti sparsi per il mondo, ma ebreo ortodosso.

La docente cattolica è ottusamente contraria al divorzio, all’aborto e all’eutanasia, fedele al Magistero della Chiesa cattolica. La mediatrice musulmana indossa l’hijab e lo impone alle figlie, come prescritto dalla tradizione coranica. Il dirigente ebreo rispetta e costringe la famiglia a rispettare con scrupolo la proibizione delle 39 melachot durante lo shabbat.

Non sono coglioni. Non sono ignoranti. Eppure sono bigotti. Applicano con attenzione la razionalità in ogni scelta professionale, tuttavia la ignorano del tutto quando si tratta della fede religiosa. Com’è possibile? (Per inciso, sono casi reali: ho conosciuto di persona tutti e tre i soggetti. Ed è probabile che pure tu conosca qualcuno del genere.)

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Dio ama le grigliate

E non disdegna nemmeno i sacrifici umani.


Che cosa penseresti se scoprissi che ieri pomeriggio il tuo vicino, ispirato dalla voce di Dio, ha preso il figlio e si è recato in montagna con l’intento di sgozzarlo come sacrificio, ma all’ultimo momento gli è apparso un angelo che lo ha fermato? Te lo dico io: penseresti che il tuo vicino è uno psicopatico e che il figlio gli deve essere sottratto al più presto per proteggerlo dalla pazzia del padre. Lo penserebbe chiunque abbia un briciolo di buon senso. Perfino un apologeta bigotto. Tuttavia lo stesso apologeta bigotto ti racconta la storia del sacrificio di Isacco ordinato ad Abramo da Dio come se fosse un esempio straordinario di abbandono fiducioso al volere divino. Se ti sembra una stronzata è perché in effetti è una stronzata.

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8 teodicee cretine – 2/2

La piccola Alice muore dopo molte ore di sofferenza atroce. Dio, onnisciente, onnipotente e buono, non le concede neppure un morte dolce. Riusciranno mai gli apologeti a risolvere il paradosso?


Avvertenza
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Alessandro Franchi, del canale YouTube Conversione Costante, ha adattato al pubblico italiano gli argomenti di William Lane Craig per tentare di conciliare un Dio onnisciente, onnipotente e buono con la sofferenza innocente. Come ho dimostrato nella puntata precedente, nihil sub sole novum.

Tutto ciò che è già avvenuto accadrà ancora;
tutto ciò che è successo in passato succederà anche in futuro.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Qualcuno forse dirà: «Guarda, questo è nuovo!».
Invece quella cosa esisteva già
molto tempo prima che noi nascessimo.
Nessuno si ricorda delle cose passate.
Anche quello che succede oggi
sarà presto dimenticato da quelli che verranno.
– Qoelet 1,9-11

No, non lo hanno dimenticato. Lo ignorano di proposito e continuano a riciclare le solite fregnacce. Come Alessandro Franchi, appunto.

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8 teodicee cretine – 1/2

Di fronte alla sofferenza innocente, un Dio onnisciente, onnipotente e buono non può esistere. Ma gli apologeti continuano a sostenere il contrario. Con incredibile sprezzo del ridicolo.


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Io non seguo tutti gli apologeti dello zoo dei bigotti. Il mio tempo è poco e ho di meglio da fare. Però non temo di perdermi i contributi più interessanti, perché c’è sempre qualche follower a scovare i migliori e a sottoporli alla mia attenzione. Con grande ritardo, mi occupo ora di una segnalazione risalente ormai a quasi due anni fa e arrivata da Gëzim: Conversione Costante, il canale YouTube di Alessandro Franchi, e le sue 8 teodicee.

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Sliding Doors

Può essere giusto un Dio che giudica una sola versione della vita di una persona tra le tante idealmente possibili?


Simone, filosofo e studioso di teologia, torna con un guest post, stavolta dedicato all’impossibilità di un Dio perfettamente giusto nel proprio giudizio, a prescindere da onniscienza, onnipotenza e bontà.


Ciascuno di noi ha, a livello ideale e immaginario, un numero enorme di vite possibili nello spazio e nel tempo, senza che la sua identità di base venga compromessa. Ma potrebbe bastare un evento minuscolo nell’esistenza di una persona per mutare in modo radicale il suo destino. In sintesi: ogni vita possibile è una variante esistenziale. Ma, se Dio esiste, ciascuno viene giudicato per una e una sola variante esistenziale: la vita particolare che gli tocca vivere tra le tante idealmente possibili. Se un individuo potesse vivere un’altra o più delle sue varianti esistenziali, potremmo presumere con ragionevolezza che in molti casi le sue scelte sarebbero diverse, anche in modo rilevante per il suo carattere e per il resto della sua vita. Scelte che, con una probabilità non trascurabile, potrebbero condurre verso un diverso giudizio divino. Magari di salvezza e non di perdizione, o viceversa.

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Il peccato originale

Una stronzata senza senso che non spiega e non giustifica l’esistenza della sofferenza fra gli umani e tutti gli altri esseri senzienti.


Quando propongo il Male, cioè la sofferenza innocente, come l’argomento definitivo contro l’esistenza del Dio abramitico, c’è una teodicea sulla quale non mi dilungo perché mi sembra una stronzata talmente palese da non meritare nemmeno qualche riga di commento. Eppure quella teodicea, sebbene alquanto negletta oggi, rimane uno dei capisaldi della teologia cristiana. Perciò vale la pena discuterne, a costo di dire banalità. Che evidentemente tanto banali non sono, almeno per i bigotti.

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Come un innamoramento?

I credenti affermano di «sentire» l’esistenza di Dio. E vabbe’: diamogliela per buona. Se però è un Dio ben preciso, «sentire» non basta.


Che cos’è la fede? La dico in modo semplice: la fede consiste nell’atto di credere che qualcosa sia vero anche senza averne le prove. Infatti, se ci fossero le prove, non sarebbe fede bensì conoscenza. Per esempio, io non ho fede nel fatto che la Terra ruota intorno al Sole e non viceversa: io so che è così. Lo so perché conosco tutti gli argomenti a favore del modello eliocentrico. Non c’è niente da credere.

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Fede e ragione

O l’una o l’altra. Oppure la dissonanza cognitiva.


Copio dal Gruppo Facebook di uno dei tanti apologeti bigotti che appestano i social network:

Da laureato in Fisica ritengo che i vari Odifreddi e Flores D’Arcais abbiano fatto danni incalcolabili presentando la fede cattolica come un coacervo di superstizioni totalmente irrazionali. Creando questo gruppo voglio controbattere queste affermazioni dimostrando che la vera fede ha sempre un supporto razionale e che sono gli atei che ho nominato a non usare correttamente quella razionalità di cui si vantano.

E niente: fa già ridere così. Se pensiamo alla resurrezione di Cristo, alla Trinità divina, al peccato originale, alla verginità della Madonna, alla transustanziazione e al resto del cumulo di cazzate che per i bigotti sono Verità, la loro pretesa che il cattolicesimo sia razionale fa scompisciare dalle risate. Se possedessero un briciolo di onestà intellettuale, ammetterebbero di credere in quel pattume intellettuale per pura, semplice, elementare fede. Quindi in modo irrazionale, appunto.

Sicché adesso smettiamo di ridere e vediamo la differenza fra fede e ragione.
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C’è Dio e Dio

E ognuno merita un punteggio diverso sulla scala di Dawkins.


La fede in Dio è razionale: c’è un intero settore dello zoo dei bigotti – ossia il gregge degli apologeti cattolici al pascolo nei social – che ha fatto di questa tesi il nucleo della propria propaganda. Troviamo la stessa tesi nel magistero ratzingeriano, secondo il quale fede e ragione sono compatibili. Eppure rimane una tesi priva di fondamento. Anzi proprio sbagliata.

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