Facciamoci i cazzi nostri

Davvero ci frega qualcosa delle discriminazioni religiose, finché limitano solo i credenti?


Alcuni anni fa ho assistito a una conferenza di una nota intellettuale italiana, cattolica e progressista. Sì, hai letto bene: cattolica e anche progressista. Cioè femminista e non omofoba. E proprio per questo si lagnava delle discriminazioni clericali. Niente donne prete, per esempio: ma come si fa, nel XXI secolo? «Come può la mia Chiesa», chiedeva indignata, «sminuire il valore della vocazione femminile e relegarla al ruolo subordinato delle suore?».

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Una fede cattiva

Ken Follett: dal bigottismo puritano all’ateismo, fino alla riscoperta della spiritualità.


Ogni ateo ha la propria storia: chi lo è da sempre perché non ha mai ricevuto un’educazione religiosa, chi l’ha ricevuta blanda e diventa ateo senza strappi dopo aver riflettuto, chi perde la fede per reazione a una religiosità infantile opprimente. Questo è il caso di Ken Follett, di cui EDB ha appena pubblicato «Cattiva fede», riedizione in due lingue di un lungo articolo autobiografico già uscito su «Granta».

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Se sei celiaco non puoi mangiare Gesù

La Chiesa ha deciso: senza glutine, non c’è Cristo che tenga.


Secondo il «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica», «transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo» (n. 283). Bada: solo nella sostanza. Tutte le caratteristiche sensibili rimangono le stesse: sempre pane e vino sono. Insomma, se fai un’analisi chimica non ti accorgi di nulla e l’ostia consacrata è (o sembra?) pane azzimo e basta. È chiaro?

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Perché odio il Cristianesimo (Facci mode)

Odio il Cristianesimo. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù; dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro.

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Il sorteggio? Anche no, grazie

Un sistema molto antico. Più efficace del suffragio universale, com’è ovvio. Ma mai quanto l’epistocrazia.


Che rapporti devono stabilire le autorità con tutti questi cittadini capaci di esprimersi, che oggi strillano a bordo campo? Innanzitutto, devono accoglierli con gioia, piuttosto che con diffidenza. Poiché dietro tutta questa collera, in diretta o fuori onda, si nasconde anche un aspetto positivo, vale a dire l’impegno. È un dono impacchettato col filo spinato. (…) Se si tratta il cittadino autonomo come un animale elettorale, egli si comporterà come tale, ma se lo si tratta come un adulto, si comporterà da adulto. Il legame tra le autorità e i loro subordinati non è più quello tra i genitori e la prole, ma quello che intercorre tra persone adulte. I politici farebbero bene a guardare attraverso il filo spinato, ad avere fiducia nel cittadino, a prendere sul serio le sue emozioni e ad apprezzare la sua esperienza. Bisogna invitarlo. Dargli il potere. E perché questo rimanga un processo equo: sorteggiarlo.

In queste frasi, verso la conclusione del saggio, si trovano la tesi centrale dello storico fiammingo David van Reybrouck e insieme il fallimento di quella stessa tesi. La tesi: la democrazia elettorale è moribonda e bisognerà sostituirla con una democrazia fondata almeno in parte sul sorteggio. Il fallimento: la fiducia dell’autore nella capacità dei sorteggiati di amministrare in modo efficace la res publica.

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Il suffragio universale di ‘stocazzo

«Una testa, un voto. E tutti i voti sono uguali»: ecco i due postulati di una delle peggiori iatture per l’umanità.


Ci sarà un buon governo solo quando i filosofi diventeranno re o i re diventeranno filosofi.
– Platone

Facciamo un Gedankenexperiment. Supponi di poter scegliere il sistema politico nel quale vivere: una monarchia assoluta nella quale il sovrano è intelligente, colto, razionale, laico, altruista, aperto, buono, oppure una democrazia a suffragio universale nella quale la maggioranza è stupida, ignorante, credulona, bigotta, egoista, gretta, immorale. Hai qualche dubbio? Io no. E, se anche ne avessi uno piccolo piccolo, questo saggio me lo spazzerebbe via. Perché questo non è un libro bello: questo è un libro stre-pi-to-so. Questa è l’ultima, definitiva parola sul suffragio universale: in apparenza una conquista della civiltà, in realtà una delle peggiori iatture per l’umanità, secondo solo alla sfiga dei monoteismi rivelati. Jason Brennan è il nuovo Platone. E scusa se è poco.

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L’anticlericalismo ci sta tutto

In Italia gli atei e gli agnostici esistono, ma è come se non esistessero, perché non se li caga nessuno.


A volte l’anticlericalismo mi disturba un po’. Sia chiaro: lo capisco. Di più: lo condivido. Ci mancherebbe. Però, più che alle lagnanze anticlericali, preferisco interessarmi al problema filosofico dell’esistenza di Dio. Mi sembra più stimolante. Problema con una soluzione inevitabile: Dio non esiste. Palese, per chiunque ragioni in modo razionale. Assodato questo, tutto il resto vien da sé: la Chiesa è un sistema di potere arcaico e fondato sulla superstizione, chi rifiuta i suoi dogmi è discriminato… eccetera eccetera. Lapalissiano: l’anticlericalismo è una naturale conseguenza dell’ateismo e dovrebbe essere quasi superfluo difenderlo come prassi.

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Se non è fondata sul libero pensiero, non è laicità

Dall’etica religiosa fondata sul comando divino discende l’ubbidienza cieca.


Una religione teista rivelata (ovvero l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, per intenderci) è compatibile con una società aperta, tollerante, democratica? Pensando alle stragi degli ultimi anni, si direbbe di no. «Invece sì», affermano i sostenitori delle versioni moderate delle religioni, «perché i terroristi sono fanatici fondamentalisti, traditori del vero spirito delle nostre fedi, in realtà tutte accomunate dall’amore e dalla pace, come sanno bene i credenti sinceri». Ah ah.

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