8 teodicee cretine – 2/2

La piccola Alice muore dopo molte ore di sofferenza atroce. Dio, onnisciente, onnipotente e buono, non le concede neppure un morte dolce. Riusciranno mai gli apologeti a risolvere il paradosso?


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Nel momento in cui questo articolo viene pubblicato, il video citato può essere incorporato. Tuttavia non posso escludere che questa possibilità venga ritirata e il video reso invisibile all’interno dell’articolo. Rimarrà comunque possibile vederlo cliccando sui link nel testo, che rinviano alla posizione esatta che viene commentata nell’articolo. Invito chi legge a farlo, perché la consultazione della fonte originale è sempre necessaria.


Alessandro Franchi, del canale YouTube Conversione Costante, ha adattato al pubblico italiano gli argomenti di William Lane Craig per tentare di conciliare un Dio onnisciente, onnipotente e buono con la sofferenza innocente. Come ho dimostrato nella puntata precedente, nihil sub sole novum.

Tutto ciò che è già avvenuto accadrà ancora;
tutto ciò che è successo in passato succederà anche in futuro.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Qualcuno forse dirà: «Guarda, questo è nuovo!».
Invece quella cosa esisteva già
molto tempo prima che noi nascessimo.
Nessuno si ricorda delle cose passate.
Anche quello che succede oggi
sarà presto dimenticato da quelli che verranno.
– Qoelet 1,9-11

No, non lo hanno dimenticato. Lo ignorano di proposito e continuano a riciclare le solite fregnacce. Come Alessandro Franchi, appunto.

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8 teodicee cretine – 1/2

Di fronte alla sofferenza innocente, un Dio onnisciente, onnipotente e buono non può esistere. Ma gli apologeti continuano a sostenere il contrario. Con incredibile sprezzo del ridicolo.


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Io non seguo tutti gli apologeti dello zoo dei bigotti. Il mio tempo è poco e ho di meglio da fare. Però non temo di perdermi i contributi più interessanti, perché c’è sempre qualche follower a scovare i migliori e a sottoporli alla mia attenzione. Con grande ritardo, mi occupo ora di una segnalazione risalente ormai a quasi due anni fa e arrivata da Gëzim: Conversione Costante, il canale YouTube di Alessandro Franchi, e le sue 8 teodicee.

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Finitudine

La morte non è il Male. E un’altra teodicea non regge.


La community de L’Eterno Assente è formidabile: persone tutte diverse, ciascuna con la propria peculiarità. Per esempio, se di me i bigotti dicono che ho la fissa della teodicea, allora dovrebbero conoscere il mio gemello, rust: la sua passione è la caccia in rete ai documenti più strani, che poi sottopone agli altri come provocazione intellettuale. Con una predilezione per le teodicee, appunto. Sua è la scoperta degli articoli sul Male come assenza di Bene. Suo pure il rinvenimento della tesi di laurea con una panoramica sulle teodicee. Alcuni mesi fa rust ha scovato una nuova chicca, che ora finalmente vado ad analizzare.

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Quando Dio abortisce

Senza nemmeno usufruire della Legge 194.


Innumerevoli sono gli esempi di sofferenze a disposizione degli atei per argomentare contro l’esistenza del Dio abramitico, che dovrebbe essere onnisciente, onnipotente e buono e dunque dovrebbe amare e proteggere le proprie creature. Fra i molti, Mattia, nella community de L’Eterno Assente, attira la mia attenzione e condivide con me alcune riflessioni su un caso poco considerato: gli aborti spontanei.

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Alice

L’esempio definitivo che demolisce ogni teodicea, dalle più cretine fino alle più sofisticate.


Forse ricordi Alice: ho parlato di lei in un articolo sulla teodicea. Ho riflettuto parecchio sul suo caso e l’ho perfezionato in modo da renderlo un esempio inattaccabile di sofferenza capace di demolire qualsiasi teodicea.

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«Qualcosa c’è»

E se il/la credente tiepido/a se lo tiene è perché qualcuno prima, molto prima, glielo ha dato. Anzi glielo ha inculcato.


Se l’ateismo è davvero questa posizione assolutamente razionale e logica, perché allora molte persone intelligenti, colte e dotate di spirito critico, che sono in grado di seguire i ragionamenti razionali e logici e di coglierne gli errori, sono credenti?

Bella domanda si pone e pone a tutti/e noi Sylvia Green nel suo blog, ecletticity. E aggiunge:

Questa è direi la domanda delle domande per il mondo ateo, la domanda su cui la nostra empatia si blocca e fatichiamo a darci una risposta che possa avere un senso.

Brava Sylvia. Brava anche nel proporre una risposta. E qua mi trovo subito in imbarazzo: la descrivo qui, la sua risposta, oppure no? Se lo faccio, se spoilero il suo articolo, poi tu magari non te lo vai a leggere, ed è un peccato, perché è un bell’articolo. Se non lo faccio, c’è il rischio che tu non capisca. Mmm…

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«E se incontrassi Dio?»

Come minimo, un sereno, sentito, cordiale vaffanculo.


A qualunque ateo almeno un po’ militante è successo, prima o dopo. Incontri un credente che si crede furbo e ti chiede: «Eh, fai presto tu a dire che Dio non esiste! Ma come la metterai quando lo incontrerai e scoprirai di aver avuto torto? Che cosa dirai allora? Eh? Che cosa dirai?».

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Il bambino ateo

Se non ci arriva un adulto cattolico medio, un cucciolo umano può capire la doppia natura della persona di Cristo?


A Roberta io sto antipatico anzitutto perché sono gay. Che poi io sia pure ateo è un motivo di ulteriore disprezzo. Perciò non perde occasione per provocarmi. L’ultima due sere fa, a una cena organizzata dall’azienda in cui il mio compagno e lei lavorano. E proprio lei – guarda caso – si siede accanto a me. Così comincia la frantumazione delle mie gonadi.

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