4 pensieri su “«Ma ‘sticazzi?»

  1. Io personalmente scelgo di non fidarmi dell’affermazione di spontaneità di questa conversione: a fronte di fenomeni noti (sia pure con qualche dubbio sulla loro frequenza) come la sindrome di Stoccolma, dell’evidente livello di minaccia per lo meno implicita nel semplice fatto di essere stata rapita e tenuta in ostaggio per un anno e mezzo e sul relativo stress emotivo impicito, e su quanto deve averle semplificato la vita essersi convertita durante la sua prigionia, per me il rasoio di Occam è di non fidarsi di nulla che venga detto almeno fino a un anno due dopo la liberazione.

    Se proseguirà a sostenere la propria affilliazione anche allora, se ne potra riparlare e a quel punto si, più o meno concorderò con quanto qua detto.

  2. Ok, l’Islam è quello che è, così come le altre religioni. Ma i ‘fedelii’ sono tutta un’altra cosa. Si va dal gay che si vuole sposare in chiesa ai catto-sovranisti che ‘vivono nel peccato’ fino a quelli che oltre a fare tutti i sacramenti, dal battesimo al matrimonio, prima dell’estrema unzione non fanno altro che bestemmiare e andare a zoccole. Vale per i cattolici e vale, con sfumature differenti, pure per le altre religioni, vedi Teheran e Kabul negli anni 70. ‘aderire’ a una religione non vuol dire nulla se te l’insegnano da bambino, sarebbe come dire aderire alla lingua italiana. Per quel che concerne Silvia c’è davvero poco da fare ipotesi. 18 mesi imprigionata, da degli invasati totali, lungo i quali la sola concessione è la lettura de Corano. Senza la minima prospettiva temporale. Una situazione che poche persone riuscirebbero ad affrontare anche solo con un grumo di razionalità. Quindi sì, ‘sticazzi’ è di rigore in un caso come questo.

    • «’Sticazzi» è di rigore se parti dal presupposto che la sua conversione non sia stata libera e spontanea. Se invece si prende per buono quel che lei dice di sé stessa, allora diventa legittima la domanda «Ma chi te lo fa fare di convertirti a una religione in cui sei considerata un essere inferiore?». È la stessa domanda che va posta a qualsiasi musulmana convertita senza costrizione.

  3. Grazie per le riflessioni.

    Per quel poco che ho vissuto in paesi dove le persone neanche si preoccupano di fingere rispetto per le donne, ho maturato la convinzione che se fossi donna in quei paesi, non a maggioranza islamica, per essere meno molestato/a indosserei il velo, anche abbastanza coprente, per dimostrare appartenenza a un qualcosa che garantisca una maggiore protezione.
    In paesi dove sia imposto il problema non si porrebbe.
    Anime belle osserverebbero: non ci piega….
    Accetto questa osservazione solo da soggetti che abbiano raggiunto i 12 anni, con fenotipo femminile, in quei paesi.

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