Viviamo in tempi stronzi. Ma stronzi forte. Si fatica a commentare tutto. E poi per dire che cosa? Banalità?
Mi scrive una lettrice:
L’Eterno Assente racconta cose interessanti, però mi sembra un po’ carente di attualità: grandi discorsi sui massimi sistemi, ma poi le conseguenze della religione le scontiamo tutti ogni giorno.
I docenti di religione cattolica nelle commissioni d’esame? Ignorati. I 40 anni della Legge 194? Non una parola. L’esito del voto sull’aborto in Irlanda? Nemmeno citato. Il ministro cattobigotto e omofobo? Silenzio. I bambini separati dai genitori e messi in gabbia negli Stati Uniti, alla faccia del Vangelo? Senza traccia.
Insomma, perché L’Eterno Assente non parla più spesso delle news?
Su questo saggio avevo delle aspettative: speravo fosse una lettura provocatoria. Abbastanza quanto meno da suscitare qualche riflessione. Invece mi sono sciroppato una sfilza di lezioncine piene di luoghi comuni grondanti moralismo di mezza tacca e proposte con una maieutica da quattro soldi, con quelle penose domandine alla fine di ogni capitolo che sembrano oneste ma di fatto sono retoriche. Per la serie: «Adesso ti racconto delle cose originali alle quali non avevi mai pensato da solo e ti aiuto a capire come stanno davvero le cose».