«Dio è il Bene!»

Una supercazzola che sembra sofisticata ma che non risolve niente.


Quando si osserva il mondo per cercare di capire com’è, nessuno è una tabula rasa. Tutti abbiamo ipotesi pregresse. Quelle ipotesi vanno poste a confronto con la realtà e, se vengono smentite, vanno rigettate. In questo consiste l’onestà intellettuale: la capacità di rinunciare alle proprie ipotesi di fronte a prove contrarie cogenti. E per questo la sofferenza innocente è un incubo filosofico per i credenti abramitici: siccome per loro l’esistenza di un Dio onnisciente, onnipotente e buono è un dogma indiscutibile e irrinunciabile, il confronto con l’evidenza innegabile del dolore dei bambini li costringe a masturbazioni intellettuali e a supercazzole filosofiche oltre il limite del ridicolo. Sono le teodicee, una più assurda e demenziale dell’altra.

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8 teodicee cretine – 2/2

La piccola Alice muore dopo molte ore di sofferenza atroce. Dio, onnisciente, onnipotente e buono, non le concede neppure un morte dolce. Riusciranno mai gli apologeti a risolvere il paradosso?


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Alessandro Franchi, del canale YouTube Conversione Costante, ha adattato al pubblico italiano gli argomenti di William Lane Craig per tentare di conciliare un Dio onnisciente, onnipotente e buono con la sofferenza innocente. Come ho dimostrato nella puntata precedente, nihil sub sole novum.

Tutto ciò che è già avvenuto accadrà ancora;
tutto ciò che è successo in passato succederà anche in futuro.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Qualcuno forse dirà: «Guarda, questo è nuovo!».
Invece quella cosa esisteva già
molto tempo prima che noi nascessimo.
Nessuno si ricorda delle cose passate.
Anche quello che succede oggi
sarà presto dimenticato da quelli che verranno.
– Qoelet 1,9-11

No, non lo hanno dimenticato. Lo ignorano di proposito e continuano a riciclare le solite fregnacce. Come Alessandro Franchi, appunto.

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8 teodicee cretine – 1/2

Di fronte alla sofferenza innocente, un Dio onnisciente, onnipotente e buono non può esistere. Ma gli apologeti continuano a sostenere il contrario. Con incredibile sprezzo del ridicolo.


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Io non seguo tutti gli apologeti dello zoo dei bigotti. Il mio tempo è poco e ho di meglio da fare. Però non temo di perdermi i contributi più interessanti, perché c’è sempre qualche follower a scovare i migliori e a sottoporli alla mia attenzione. Con grande ritardo, mi occupo ora di una segnalazione risalente ormai a quasi due anni fa e arrivata da Gëzim: Conversione Costante, il canale YouTube di Alessandro Franchi, e le sue 8 teodicee.

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Il peccato originale

Una stronzata senza senso che non spiega e non giustifica l’esistenza della sofferenza fra gli umani e tutti gli altri esseri senzienti.


Quando propongo il Male, cioè la sofferenza innocente, come l’argomento definitivo contro l’esistenza del Dio abramitico, c’è una teodicea sulla quale non mi dilungo perché mi sembra una stronzata talmente palese da non meritare nemmeno qualche riga di commento. Eppure quella teodicea, sebbene alquanto negletta oggi, rimane uno dei capisaldi della teologia cristiana. Perciò vale la pena discuterne, a costo di dire banalità. Che evidentemente tanto banali non sono, almeno per i bigotti.

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C’è Dio e Dio

E ognuno merita un punteggio diverso sulla scala di Dawkins.


La fede in Dio è razionale: c’è un intero settore dello zoo dei bigotti – ossia il gregge degli apologeti cattolici al pascolo nei social – che ha fatto di questa tesi il nucleo della propria propaganda. Troviamo la stessa tesi nel magistero ratzingeriano, secondo il quale fede e ragione sono compatibili. Eppure rimane una tesi priva di fondamento. Anzi proprio sbagliata.

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Finitudine

La morte non è il Male. E un’altra teodicea non regge.


La community de L’Eterno Assente è formidabile: persone tutte diverse, ciascuna con la propria peculiarità. Per esempio, se di me i bigotti dicono che ho la fissa della teodicea, allora dovrebbero conoscere il mio gemello, rust: la sua passione è la caccia in rete ai documenti più strani, che poi sottopone agli altri come provocazione intellettuale. Con una predilezione per le teodicee, appunto. Sua è la scoperta degli articoli sul Male come assenza di Bene. Suo pure il rinvenimento della tesi di laurea con una panoramica sulle teodicee. Alcuni mesi fa rust ha scovato una nuova chicca, che ora finalmente vado ad analizzare.

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Il Maligno

Una stronzata. Antica finché si vuole, ma sempre stronzata. Ed essere cattolici significa credere anche in questa stronzata.


Il problema dell’esistenza del Male è ineludibile per qualsiasi credente nel Dio abramitico. Nondimeno gli apologeti bigotti nei social si baloccano con l’argomento ontologico, l’argomento cosmologico, il fine tuning e il resto della paccottiglia filosofica deista, ma la (per loro) irrisolvibile questione della sofferenza innocente la eludono. Nelle rare occasioni in cui provano a cimentarsi con la teodicea, fanno figure pietose riciclando le solite fregnacce: il sacrificio di Cristo/Dio che condivide il dolore umano, il Male come assenza di Bene, il Male come Bene più grande. A volte ci provano con il libero arbitrio, ma si schiantano subito contro il Male naturale. Altre volte rispolverano il peccato originale, però restano sul vago. Se entrassero nei particolari, si coprirebbero di ridicolo. Del tutto ignorata dagli apologeti bigotti è invece una teodicea di grande successo per secoli: il Male è provocato dal Maligno, che procura il Male naturale e istiga gli umani a causare il Male morale.

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Alice

L’esempio definitivo che demolisce ogni teodicea, dalle più cretine fino alle più sofisticate.


Forse ricordi Alice: ho parlato di lei in un articolo sulla teodicea. Ho riflettuto parecchio sul suo caso e l’ho perfezionato in modo da renderlo un esempio inattaccabile di sofferenza capace di demolire qualsiasi teodicea.

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