Radici da segare

Ovvero l’arroganza di chi pretende di sapere che cosa sono io.


Immagina di essere cresciuto in una famiglia fascista. Immagina di aver dovuto subire un’educazione a base di Dio-Patria-Famiglia, con tutto il contorno di nazionalismo, razzismo, sessismo, omofobia, suprematismo e nostalgia per «quando c’era Lui». Immagina poi di esserti emancipato da questa schifezza: hai studiato, hai viaggiato, hai conosciuto persone diverse, ti sei aperto al mondo. E ora consideri l’educazione ricevuta quel cumulo di stronzate che è. Immagina infine che qualcuno sostenga che no, non puoi liberarti del fascismo, perché quelle sono le tue radici e quindi tu sei e sarai sempre un po’ fascista. Ebbene, non ti sale il crimine?

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L’incoerenza del postmodernista

Anche i pensatori deboli vanno a sbattere contro la realtà.


Domenica scorsa il «Corriere della Sera» ha pubblicato un’intervista a Gianni Vattimo. Il filosofo, segnato da qualche acciacco dell’età, ripercorre la propria vicenda intellettuale e umana fra successi professionali e soddisfazioni personali. E anche lutti, com’è inevitabile in ogni esistenza ricca e piena. E pure contraddizioni, una delle quali enorme.

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Scusate, ma anche no

I credenti hanno mai speso una-parola-una in favore degli atei? No? E dunque perché io dovrei sbattermi per loro?


Giuro: ero partito con le migliori intenzioni. Io volevo davvero aderire alla campagna «Freedom of Religion or Belief». M’ero scaricato il logo e lo avevo appiccicato sulla mia foto. Poi ci ho pensato meglio e ho deciso che anche no.

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Vita? Anima? Chissenefrega

Quello in malafede sarei io. Già già. Proprio. E pure cattolico, tie’.


Nel rispondere al mio ultimo articolo, chiarabxl scrive:

(…) queste frasi derivano dal dogma cattolico per cui la vita inizia al concepimento (…)

Sicché la vita non inizia nel momento del concepimento? Crederlo significa aderire a un dogma cattolico? Ok, allora quando inizia? Chissenefrega, perché

(…) il (presunto) diritto alla vita del feto non rileva, perché nessuno di noi ha diritto a usare il corpo di un’altra persona senza consenso (…)

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Solo una domanda

Nella recente polemica con i pro life, negli argomenti dei pro choice manca una aspetto. Se lo si considera, bisogna poi essere consequenziali fino in fondo.


Premessa: non sono contrario all’aborto. Figuriamoci. Lo considero una conquista di civiltà e di emancipazione delle donne. Quindi sono disgustato dalla retorica dei cosiddetti pro life: gente che, sulla base dei propri dogmi religiosi e valori morali, pretende di stabilire che cosa possono fare o non fare tutti gli altri. Gente che fa cose orribili come questa:

Bleah. Schifo. Vomito. E alla fine è stato tirato giù, com’è giusto.

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Era ateo: non dimentichiamolo mai

E non permettiamo a nessuno Zichichi di reclutare Stephen Hawking fra gli scienziati bigotti.


Stephen Hawking non era un gran divulgatore. Milioni di persone hanno comprato «A Brief History of Time», ma scommetto che solo poche migliaia lo hanno capito. Capito davvero, intendo: come fai a comprendere il tempo immaginario se non sai che cos’è una rotazione di Wick? Dietro il successo di quel libro ci fu, più della sua efficacia divulgativa, soprattutto il fascino suscitato dall’autore: una mente libera e geniale intrappolata in un corpo paralizzato e deforme.

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A scuola col rosario

Contro la laicità si scatena la cagnara.


La notte scorsa sono andato a ravanare fra i commenti a un articolo dell’ANSA sulla vicenda della Scuola elementare palermitana con le Madonne e le preghiere. Ogni tanto faccio ‘ste cose: mi servono per rinnovare la consapevolezza delle qualità intellettuali di Homo sapiens. E ogni volta mi sgranocchio un pezzetto di fegato.

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Ma quant’è triste invecchiare male

Eugenio Scalfari sproloquia sugli atei.


Dice: «Non so quanti siano, ma penso non molti». Beh, caro, se non lo sai è un problema tuo. Significa che sei un pochino ignorante. Ci sono vagonate di ricerche sociologiche e basterebbe un giretto su Google per trovarle. E scoprire per esempio che in Italia gli atei («Dio non esiste») sono circa il 6%. Cioè più di 3 milioni e mezzo. Quattro gatti, proprio.

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