8 teodicee cretine – 1/2

Di fronte alla sofferenza innocente, un Dio onnisciente, onnipotente e buono non può esistere. Ma gli apologeti continuano a sostenere il contrario. Con incredibile sprezzo del ridicolo.


Avvertenza
Nel momento in cui questo articolo viene pubblicato, i video citati possono essere incorporati. Tuttavia non posso escludere che questa possibilità venga ritirata e i video resi invisibili all’interno dell’articolo. Rimarrà comunque possibile vederli cliccando sui link nel testo. Invito chi legge a farlo, perché la consultazione della fonte originale è sempre necessaria.


Io non seguo tutti gli apologeti dello zoo dei bigotti. Il mio tempo è poco e ho di meglio da fare. Però non temo di perdermi i contributi più interessanti, perché c’è sempre qualche follower a scovare i migliori e a sottoporli alla mia attenzione. Con grande ritardo, mi occupo ora di una segnalazione risalente ormai a quasi due anni fa e arrivata da Gëzim: Conversione Costante, il canale YouTube di Alessandro Franchi, e le sue 8 teodicee.

Una teodicea è un tentativo di conciliare l’ipotesi dell’esistenza di un certo Dio con l’esperienza della sofferenza. Il Dio in questione è un essere trascendente, creatore e signore dell’universo, che gode delle proprietà di onniscienza, onnipotenza e infinita bontà. Siccome è onnisciente, conosce ogni evento. Siccome è onnipotente, poteva creare l’universo come voleva e tuttora può modificarlo come vuole. Siccome è infinitamente buono, desidera che le proprie creature stiano bene. Ora, poiché è evidente che una quantità enorme di esseri senzienti nell’universo non sta bene affatto, c’è un serio problema con l’ipotesi dell’esistenza di quel Dio. Non conosce quella sofferenza? Allora non è onnisciente. Non può impedirla? Allora non è onnipotente. Non vuole impedirla? Allora è malvagio.

Lo spiega in maniera efficace Jonathan MS Pearce.

In un certo senso, pensare e sperimentare può essere un enorme peso per il credente religioso. Ogni singolo dato, ogni sensazione, ogni singolo evento che accade nel mondo e anche esattamente come è il mondo devono essere spiegati alla luce di un OnniDio. L’onnisciente, onnipotente e onnibenevolente ha tutto sotto controllo. Il «suo» progetto è ineccepibile. Non ci può essere sofferenza gratuita e tutto deve essere interpretato e compreso attraverso la lente delle sue capacità.
Gli atei potrebbero interrogarsi sull’alimentazione carnivora, sulla seconda legge della termodinamica, sulla tettonica a placche, sul cancro, sulla malaria, sulla depressione clinica e sulle ragioni per cui l’universo è così vasto e pieno di buchi neri. Possiamo interrogarci sulle ipotesi e proporre risposte naturalistiche. Ma il teista? È condannato a rispondere a ognuna di queste domande difficili o provocatorie o irriverenti riferendosi a Dio.
Perché Dio ha dato a mia madre la dislessia e reso mio cugino bipolare? Perché Dio ha permesso che quel treno si schiantasse e ha progettato e creato un mondo con lo tsunami del 2004 che ha ucciso 240 mila persone? Perché Dio ha creato la zanzara e ha fatto in modo che gli esseri umani si strozzino facilmente o abbiano gravidanze ectopiche? Perché Dio non ha adeguato il dolore e il piacere ai danni e ai beni morali, ma li ha conformati alla luce delle pressioni evolutive? Perché ha permesso la morte termica dell’universo o il fatto che il 98% degli organismi viventi del mondo si è estinto?
Il fatto è che alla maggior parte o a tutte queste domande si può rispondere in modo davvero soddisfacente con l’ateismo naturalistico. Ma con il teismo dell’OnniDio si fatica a trovare una spiegazione convincente per ogni singolo fenomeno.
Si tratta in effetti di un gigantesco argomento abduttivo. Questo stile di argomentazione è un’inferenza verso la spiegazione migliore: se si hanno ipotesi concorrenti (ateismo naturalistico e teismo dell’OnniDio), quale ipotesi spiega meglio i dati? Oppure: quale ipotesi predice meglio i dati?
Quando osservo il dolore e la sofferenza combinati causati dall’alimentazione carnivora e dalla tettonica a placche e quando considero i buchi neri e la morte termica dell’universo, non salto intuitivamente alla spiegazione di un Dio onnipotente e amorevole.
Quando guardo alla sclerosi multipla e a un gomito fratturato, non penso che questa osservazione sia predittiva di un Dio semplicemente traboccante d’amore. Né che ci fosse una tale sovrabbondanza di amore da trasformarla in una condizione progressiva che colpisce i corpi e le menti di milioni di persone in tutto il mondo.
– Jonathan MS Pearce, Spiegare un gomito fratturato

Le elucubrazioni per venire a capo del problema del Male sono ormai innumerevoli. Non sto a elencarle tutte. A titolo di esempio, ti segnalo per cominciare due video nei quali Alessandro Franchi riprende e adatta gli argomenti del teologo William Lane Craig nella serie «Reasonable Faith», con i quali egli pretende di aver risolto il problema.

Il primo video affronta il problema da un punto di vista logico e mostra in maniera corretta due ipotesi implicite nel ragionamento. Per demolirle propone due spiegazioni, corrispondenti ad altrettante teodicee. Che falliscono miseramente.

La prima teodicea afferma che Dio non avrebbe potuto creare un universo nel quale gli umani sono dotati di libero arbitrio ma non possono commettere il Male. Se così fosse, sarebbero marionette, non creature davvero libere.

Ho già mostrato come l’argomento delle marionette sia fallace. Dio ha imposto parecchi limiti alla libertà umana: non possiamo leggere le menti altrui, non possiamo vedere attraverso le pareti, non possiamo spostare gli oggetti con la forza del pensiero. Aggiungi a piacere altre cose che desideri poter fare ma che Dio ti impedisce di fare. L’impossibilità di provocare sofferenza ad altri esseri senzienti sarebbe stata soltanto una in più. Io l’avrei accettata ben volentieri in cambio per esempio della possibilità di volare. Oppure, pur garantendoci il libero arbitrio, Dio avrebbe potuto almeno renderci sgradevole in modo intollerabile l’atto di causare dolore ad altri. Era chiedere troppo?

Inoltre l’argomento delle marionette è smentito dalla stessa dottrina cattolica, come mostrerò più avanti. E ancora: qualcuno si ricorda del faraone al quale Dio indurì il cuore? Non lo trattò proprio come una marionetta?

Da ultimo il problema definitivo di questa spiegazione: la sofferenza frutto del libero arbitrio, ossia il Male morale, è soltanto una minuscola parte della quantità enorme di dolore non voluto da alcuno che devasta le vite degli esseri senzienti, cioè il Male naturale.

La seconda teodicea può essere riassunta come segue: la sofferenza è necessaria per ragioni incomprensibili agli esseri umani, che non possiedono la conoscenza posseduta da Dio. In sintesi: non possiamo capire. Dobbiamo credere in Dio anche senza capire. Ti ricorda qualcosa?

Certo: è il Mistero della fede. Traduzione: pure se non capisci, pure se ti sembra un’assurdità demenziale, inverosimile, impossibile, credici comunque, credici nonostante la palese insensatezza. Credici e basta. Credi e taci. Non pensare, ché tanto non capiresti. Tu non sai, ma Dio sa.

Come ho già argomentato, il Mistero della fede è una stronzata sesquipedale, un’indegna abdicazione dell’intelletto. I credenti non sanno rispondere all’obiezione della sofferenza innocente e lo ammettono: «Non lo so». Tanto basterebbe per considerare chiusa la discussione: è stato trovato un argomento che rende il Dio abramitico impossibile. Loro però aggiungono subito: «Però Dio lo sa». Cioè pretendono di cavarsela dando per scontata l’ipotesi che dovrebbero dimostrare, ossia l’esistenza di quel Dio. Per di più un Dio sulle cui ragioni non sono capaci di dire nulla, perché sul problema del Male la divinità abramitica è incomprensibile a prescindere. Insomma il Mistero della fede è l’ultimo, disperato tentativo dei credenti quando, messi con le spalle al muro, non hanno uno straccio di argomento razionale e non sanno che cos’altro escogitare.

Ricorda: se un credente ti dice «È un Mistero della fede» o una qualsiasi formulazione equivalente come «Non conosciamo le imperscrutabili ragioni di Dio», è come se ammettesse «Non so che cosa rispondere, capisco anch’io che è un’assurdità, però ci credo lo stesso». Agendo così, fa strame della propria razionalità. Libero lui di farlo, ma non può pretendere altrettanto da te. E le teodicee – tutte le teodicee, senza eccezioni – arrivano al Mistero della fede.

Sicché abbiamo demolito l’argomentazione di William Lane Craig e il problema del Male rimane lì a condannare Dio. Diversa è la conclusione del teologo statunitense nelle parole di Alessandro Franchi: ormai l’incompatibilità logica non sussiste più e perfino gli atei lo ammettono. Seguono tre citazioni che dovrebbero corroborare la tesi.

Peccato che le frasi citate siano estrapolate a cazzo senza citare la fonte precisa e che gli autori non siano tutti atei. La prima è di John Leslie Mackie: ateo, in effetti. Da lui prendo io un’altra citazione, che mi servirà più avanti: «There are no objective values». La seconda è di William Leonard Rowe, noto per aver inventato il «friendly atheism» aperto alle ragioni dei credenti. La terza e ultima citazione è di William Payne Alston, già presidente della Society of Christian Philosophers e uno dei padri della Reformed epistemology, quindi ateo di ‘stocazzo. Il video non lo definisce esplicitamente ateo, a differenza dei due precedenti. Nondimeno tu, se non sei attento e non ti informi sulla reale identità dei tre pensatori, sei indotto a considerarlo tale dalla frase introduttiva. Una sottile manipolazione, eh?

Il secondo video affronta il problema da un punto di vista probabilistico. La tesi da demolire non è più l’impossibilità dell’esistenza di Dio, che dovrebbe essere stata confutata nel video precedente, bensì la sua improbabilità.

Primo argomento: poiché siamo limitati nello spazio, nel tempo, nell’intelletto e nell’intuizione, non siamo nelle condizioni di comprendere le ragioni di Dio, il quale tutto sa e tutto conosce e perciò, seguendo i suoi (per noi) imperscrutabili scopi, permette la sofferenza.

A questo punto non dovrei neppure dirtelo: siamo tornati al Mistero della fede. Credi. Benché ti sembri una stronzata, credi. «E più non dimandare», per dirla con le parole di Virgilio nella «Commedia».

Secondo argomento: le probabilità dipendono dalle informazioni di base. Fra le quali dovremmo annoverare tutte le prove dell’esistenza di Dio escogitate dalla teologia: gli argomenti ontologico, cosmologico, morale, della contingenza, dell’applicabilità della matematica, dell’intenzionalità, del fine tuning, dell’esperienza personale e della resurrezione di Cristo.

Nondimeno ognuna di queste cosiddette prove ha subito una demolizione definitiva: non se ne salva una. E una somma di stronzate rimane una stronzata: se caghi uno stronzo dopo l’altro, alla fine ti ritrovi con un mucchio di merda, non con una piramide d’oro. Pure questa dovrebbe essere un’informazione di base, no? Dunque, anche considerando questa spazzatura intellettuale, Dio resta improbabile come prima.

Terzo argomento: le dottrine cristiane. Se ne estrapolano quattro.

In primo luogo lo scopo principale della vita non è la felicità, bensì la conoscenza di Dio. Siccome la sofferenza può portare a una migliore conoscenza di Dio, si spiega la necessità del dolore. Per farsi conoscere, Dio vuole farti stare male. Se ci pensi bene, è corretto. Infatti, quando soffri, impari qualcosa su Dio: che è stronzo.

Segue la ribellione umana contro Dio. Insomma la sofferenza è causata dal libero arbitrio. Del quale ho già esposto il difetto insuperabile: il Male morale è una piccola porzione della totalità del Male. Il vero problema è il Male naturale.

Si prosegue con lo scopo di Dio, che verrà raggiunto dopo la morte grazie alla salvezza. Ovvero: qua si sta male, ma tanto in paradiso si starà benissimo. Mmm… e quindi? Per quale motivo il dolore di qua è necessario per godere della beatitudine di là? Boh.

Infine l’ultima dottrina: la conoscenza di Dio è un bene infinito, perciò merita un po’ di dolore finito. Che si commenta come prima: poiché, per farsi conoscere, Dio vuole farti stare male, allora è crudele.

Conclusione di William Lane Craig: anche l’aspetto probabilistico del problema del Male è risolto e va archiviato. Eppure…

…eppure l’aspetto emotivo del problema del Male rimane. Ma dai? Meno male che ce lo dicono William Lane Craig e Alessandro Franchi, ché altrimenti da soli non ci saremmo mai arrivati. La chiusura è meravigliosa:

Non sei solo. Dio sa il tuo nome. Sa chi sei e cosa stai passando. Dio ha giurato di starti accanto nel dolore. Può darti la forza di attraversarlo. Gesù Cristo stesso ha sofferto. Pur essendo innocente, è stato torturato e condannato ad una morte atroce. Ma la sua sofferenza ha avuto uno scopo: riconnettere te, me e l’umanità intera in una relazione vitale con Dio. Non soltanto Dio esiste, ma ti ama, ti cerca, ti offre speranza e nel tempo farà nuove tutte le cose.

Dunque Dio conosce le mie sofferenze. Però, invece di liberarmi dal dolore, lo condivide con me, facendosi torturare e uccidere. Non solo è stronzo: è pure coglione.

Ma veniamo alla segnalazione di Gëzim. Infatti, non pago del riciclaggio delle cazzate di William Lane Craig, Alessandro Franchi si lancia nella sfida di proporre a propria volta 8 teodicee. Una più cretina dell’altra.

(1/2 – continua)

Choam Goldberg

Avvertenza
Se Alessandro Franchi o qualsiasi altro credente passasse per di qua, leggesse questo articolo e si sentisse in dovere di rispondere, lo invito ad attendere una settimana per leggere anche la conclusione. Dopodiché avrà ancora più materiale per polemizzare con me.


Avvertenza:
La lingua di questo articolo cerca di conciliare l’inclusività con la leggibilità e la scorrevolezza. Nessuno si offenda quindi se evita le ripetizioni e usa il plurale sovraesteso. Ché mi spiace, ma la schwa anche no.


Qui sotto trovi la possibilità di commentare quest’articolo. Per farlo, devi
1. confermare che sei ateo/a,
2. essere consapevole che, se menti, stai commettendo il gravissimo peccato di apostasia,
3. aspettare che il commento sia approvato dall’admin.
L’approvazione dei commenti dipende dall’insindacabile e inappellabile giudizio dell’admin. Se vuoi saperne di più a proposito dei commenti, puoi consultare le FAQ.
Inoltre puoi commentare gli articoli e i post nel Gruppo Facebook de L’Eterno Assente, se ti iscrivi al Gruppo dopo aver risposto a una semplice domanda.


Potrebbero interessarti anche gli articoli di questi Percorsi:

(A)teologia
Bambini
Cattolicesimo
Cristianesimo
Polemiche
Stronzate
Teodicea


Potrebbero interessarti anche i video di questi Percorsi:

(A)teologia
Bambini
Cattolicesimo
Cristianesimo
Polemiche
Stronzate
Teodicea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Sono ateo/a per quanto riguarda il Dio della tradizione abramitica. *

1. L'accesso alla possibilità di commentare è concesso solo a chi si dichiara esplicitamente ateo/a.
2. Qualsiasi credente si dichiari ateo/a senza esserlo sta commettendo il peccato di apostasia. Ricorda: Yahweh/Dio/Allah ti vede sempre!
3. Tutti i commenti sono soggetti a moderazione. Fra l'immissione e la pubblicazione può trascorrere anche qualche ora. Sicché porta pazienza.