Sulla polemica coi bigotti. Perché il male può essere fatto di silenzio.
Choam è troppo incazzoso con i bigotti? La sua polemica è troppo dura e per questo perfino controproducente? Il turpiloquio e la blasfemia sono il pretesto – offerto peraltro dallo stesso Choam con piena consapevolezza – degli apologeti per evitare di confrontarsi con gli argomenti razionali. Ora una lettrice, Eli Sandalo, con questo guest post ci offre la possibilità di una giustificazione diversa.
Nel ringraziare Choam per il suo impegno e la sua impeccabile cura nella scelta delle argomentazioni, mi viene istintivo pensare che qualcuno – non tra i credenti, ma tra gli atei – possa pensare che questa intensità, con cui Choam si arrabbia, sia eccessiva, fuori misura oppure sprecata.
Sono nata negli anni Sessanta – c’era il Concilio Vaticano II in corso – e me lo ricordo, di quando si è potuto parlare di omosessualità: le critiche non venivano solo dagli omofobi, ma anche dai benpensanti che sostenevano che non servono le piume e i carnevali. Nel frattempo un qualsiasi insegnante poteva – e ancora può, purtroppo, troppo spesso in troppi contesti – fare una battuta sull’essere effeminato di un alunno. Io me lo ricordo, di quando si è cominciato a fare campagne mediatiche contro la violenza contro le donne: le critiche delle donne – ahimè – me le ricordo, su quanto era esagerato, tutto ‘sto cancan.
Non è normale che sia normale. Va detto, questo «Basta!», a chi sa di poter dire perché si è sempre detto, di poter fare perché si è sempre fatto. Non lo si sta dicendo, che queste cazzate sono cazzate, per il gusto di dirlo: ci sono aspetti di un’etica religiosa dominante che sono stati e sono estremamente violenti.
Sul solo argomento sessualità ce ne sarebbe da dire per secoli. Quando chiederete scusa alle donne, ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi per la sofferenza creata non da un singolo deviato (padre, madre, zio, prete o suora che sia) ma dal silenzio, dal non dire, dall’autorizzare. La retorica degli atei che si arrabbiano vi fa arrabbiare? A me la retorica dei buoni che bisogna sopportare mi ha rovinato la vita.
Non è normale che si protegga la reputazione di un singolo a danno di un altro singolo, solo perché il primo è dentro uno schema che conosciamo e il secondo no. Non è normale che sia normale il silenzio sulla violenza. Non è normale che sia normale la violenza stessa. Ve lo sta dicendo chi ha subito la violenza della santità presunta. Era facile – e purtroppo lo è ancora – prendere le parti di adulti cattolici e condannare così i figli e le figlie dei cattolici a svalutare sé stessi, a pensare di non meritare mai abbastanza.
Se davvero vogliamo il cambiamento delle società, se davvero vogliamo che tutti abbiano il diritto a essere rispettati, dobbiamo ringraziare Choam e tutti quelli che come lui alzano la voce. Alzare la voce non è di per sé il male. Il male può essere fatto di silenzio.
Eli Sandalo
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Qualcuno disse che la moderazione nel combattere le ingiustizie non è un bene.
I baciapile da sempre bruciano, perseguitano, ostracizzano ogni eterodossia, nella loro storia hanno fatto e, ovunque possano, fanno peggio di qualsiasi nazismo. Nessuno si scandalizza se esprimo giudizi infuocati sul nazismo, Perché dovrei usare pesi e misure diverse per chi ha fatto e vorrebbe continuare a fare persino di peggio?i cattolici, ad esempio, continuano a venerate santi degli psicopatici assassini seriali come Roberto bellarmino, Carlo Borromeo, Cirillo di Alessandria, Domenico di Guzman, Ignazio di Loyola. Perchè dovrei avere per loro maggiore riguardo che non per chi sia seguace di Hitler o Himmler?
Grazie Eli per queste bellissime parole. Anche io sono nata negli anni ’60 come te. Pur non avendo subito “quella” violenza, sento però di subirne molte altre, quotidiano veleno istituzionale e sociale, che comunque ci richiede il silenzio. Grazie per avere espresso su Choam quello che io stessa dico. Lui a quel silenzio dà la voce del nostro sentire.
Il silenzio nei confronti di questi atti da parte di chi sà, “uccide” più dell’atto in sè.
Da poco abbiamo studiato a scuola la Arend; lei ha affermato una cosa molto importante, ossia che chi commette il male; (in questo caso riferito alla deportazione, e allo sterminio degli ebrei e degli altri uccisi nei campi) non può farlo senza l’appoggio, o quantomeno ,una non opposizione da parte di una grande fetta della società civile; lei definisce queste persone banali.
Se non si fosse taciuto, se ci si fosse attivati per aiutare in qualche modo le persone destinate ad andare nei lager, quante persone avrebbero potuto salvarsi?
Il silenzio, il “non mi interessa “; hanno probabilmente ucciso più delle stesse SS.
Allo stesso modo; l’atteggiamento ipocrita di Santa Madre Chiesa continua a distruggere la vita di molte persone , permettendo a chi commette questo atto di avere sostanzialmente un impunità.
No, non penso affatto che l’intensità con la quale Choam manifesta la sua rabbia sia eccessiva, fuori misura e meno che mai sprecata. Anzi, dovremmo prenderlo ad esempio quando toccherà a noi, quando ci toccherà di affrontare un convinto fuffologo, meglio, alla francese: un chretien!
Le parole di Eli sono bellissime e commoventi. Ho riletto due volte d’un fiato, tanto ero trasportato dalle emozioni. ♥️
Questa presunta autorità morale del cosiddetto ‘magistero della Chiesa’ va smontata con la massima determinazione. Sono secoli che la Chiesa la usa come difesa per le peggiori nefandezze, sia morali che intellettuali.
P. S. Alla voce sono ateo, non basta una crocetta. Leggasi ‘Sono incazzatissimamente ateo nei confronti delle religioni abramitiche’
Potrei essere d’accordo con te, ma temo che se rafforzassi la richiesta in questo senso qualcuno potrebbe sentirsi intimidito.
Comunque grazie per il suggerimento.