«Qualcosa c’è»

E se il/la credente tiepido/a se lo tiene è perché qualcuno prima, molto prima, glielo ha dato. Anzi glielo ha inculcato.


Se l’ateismo è davvero questa posizione assolutamente razionale e logica, perché allora molte persone intelligenti, colte e dotate di spirito critico, che sono in grado di seguire i ragionamenti razionali e logici e di coglierne gli errori, sono credenti?

Bella domanda si pone e pone a tutti/e noi Sylvia Green nel suo blog, ecletticity. E aggiunge:

Questa è direi la domanda delle domande per il mondo ateo, la domanda su cui la nostra empatia si blocca e fatichiamo a darci una risposta che possa avere un senso.

Brava Sylvia. Brava anche nel proporre una risposta. E qua mi trovo subito in imbarazzo: la descrivo qui, la sua risposta, oppure no? Se lo faccio, se spoilero il suo articolo, poi tu magari non te lo vai a leggere, ed è un peccato, perché è un bell’articolo. Se non lo faccio, c’è il rischio che tu non capisca. Mmm…

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«E se incontrassi Dio?»

Come minimo, un sereno, sentito, cordiale vaffanculo.


A qualunque ateo almeno un po’ militante è successo, prima o dopo. Incontri un credente che si crede furbo e ti chiede: «Eh, fai presto tu a dire che Dio non esiste! Ma come la metterai quando lo incontrerai e scoprirai di aver avuto torto? Che cosa dirai allora? Eh? Che cosa dirai?».

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Il bambino ateo

Se non ci arriva un adulto cattolico medio, un cucciolo umano può capire la doppia natura della persona di Cristo?


A Roberta io sto antipatico anzitutto perché sono gay. Che poi io sia pure ateo è un motivo di ulteriore disprezzo. Perciò non perde occasione per provocarmi. L’ultima due sere fa, a una cena organizzata dall’azienda in cui il mio compagno e lei lavorano. E proprio lei – guarda caso – si siede accanto a me. Così comincia la frantumazione delle mie gonadi.

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