Sembra solo un comodo sotterfugio. In realtà è molto peggio.
I credenti lo chiamano «Dio delle lacune». Noi atei preferiamo «Dio tappabuchi». Ma quali lacune? Quali buchi?
Sembra solo un comodo sotterfugio. In realtà è molto peggio.
I credenti lo chiamano «Dio delle lacune». Noi atei preferiamo «Dio tappabuchi». Ma quali lacune? Quali buchi?
L’unico vero: basta nascere nel luogo e nel tempo giusti.
Lo prevedevo: l’articolo di due settimane fa sui miei argomenti preferiti contro l’esistenza di Dio ha sollevato qualche critica. Del resto lo avevo scritto: quei tre sono solo i miei preferiti. È legittimo pensare che altri siano migliori e pure che qualcuno di quei tre sia scadente. In particolare qualche perplessità è nata intorno al terzo argomento: a ogni credente si può far osservare che per lui è stata una bella fortuna nascere proprio dove si adora l’unico vero Dio. Ma che culo, eh?
Una piccola storia che merita di essere raccontata.
Tu sei lì, nel tardo pomeriggio di un giovedì, dopo una lezione a distanza a 12 dottorandi, dopo aver parlato senza interruzioni per tre ore. Sei lì stanco, disidratato e soprattutto molto scoglionato, e pensi che vorresti solo sdraiarti sul divano come un tricheco spiaggiato e dormire fino a domani mattina, e invece ti tocca ancora preparare la cena per gli altri due, ché se non gli dai da mangiare in orario cominciano a squadrare in modo inquietante il gatto. E insomma sei lì e tutto l’universo ti sembra dotato di assai poco senso, sebbene tu ne sia in tutta evidenza il centro.
Dopodiché, essendoti isolato per tre ore, controlli la posta e, in mezzo alle cazzate e al ciarpame, un email attira la tua attenzione. Lo leggi. C’è un allegato. Lo apri. Leggi anche quello. E ricordi che anzitutto non sei tu al centro dell’universo, ma soprattutto che esistono tante storie interessanti e ricche e preziose. E decidi che no, non puoi lasciare quella storia lì, nella tua posta privata. Perché è la piccola storia di una singola persona, Gabriele. Ma per quella persona è la vita. E può aiutare tante persone a capire le proprie, di vite. Per questo quella piccola storia merita di essere raccontata.
I miei preferiti.
Succede che mi chiedano perché non credo in Dio. Succede che rifiuti di rispondere: siccome l’onere della prova spetta sempre a chi afferma e non a chi nega, allora siano i credenti ad assumerselo e a motivare la propria fede. Bisogna smetterla di giocare in difesa. Succede però che sfanculare le persone talvolta non vada bene, non sia opportuno, educato, gentile, elegante. Nondimeno qualcosa bisogna pur dire. Ecco dunque i miei tre argomenti preferiti per demolire l’ipotesi teologica. È solo una mia preferenza, beninteso: non ho la pretesa di esaurire millenni di riflessione atea. Forse non sono neppure i migliori, tuttavia sono efficaci e – questo sì – non ho mai trovato un credente capace di demolirli.
Ancora. Ma lui ci è o ci fa?
Sicché alla fine l’oscuro bigotto professore di fisica umbro, il paladino della razionalità della fede cattolica, il creatore del Gruppo Facebook dall’originalissimo nome L’Eterno Presente, ha accettato la sfida della teodicea: come si giustifica in modo razionale l’esistenza di un Dio onnisciente, onnipotente e buono nonostante il Male, cioè il dolore degli esseri senzienti e in particolare degli innocenti?
Beninteso l’ha accettata a modo suo, senza seguire le regole: non ha risposto con un articolo, come era richiesto, ma solo con un breve video. E sempre a modo suo, come di consueto, ha fatto una figura di merda. Un’altra, dopo quelle già rimediate nei dibattiti.
L’islam è uno dei tre monoteismi abramitici. E quel che ne penso io… be’, è ovvio.
Mi scrive una lettrice, Sandra:
Mi sembra molto comodo prendersela sempre solo con il cristianesimo. Sull’islam non dici mai nulla. Forse hai fifa?
Obiezione già sentita: me la fece anni fa un prete durante una conferenza. E a Sandra do la stessa, identica risposta.
Eredità cattoliche. Ci sono persone che ci hanno costruito la sofferenza di una vita.
La religione fa danni: se non ne fossimo convinti non saremmo qui a scrivere e a leggere questo blog. E i danni sono spesso meno evidenti ma più profondi di quanto possiamo immaginare, come ci racconta Susanna Labirinto, teologa atea.
1. Senso di colpa e senso del peccato
I catechisti e i teologi usano questo accostamento per dirti che il senso del peccato va oltre la tua colpa e ti permette di riconciliarti con te stesso/a grazie al fatto che Dio ti ama. Se accetti che la tua non è solo una colpa «umana» ma che la vera ferita l’hai inferta al tuo rapporto col Padre, gioisci! La novità è che Lui ti ama comunque, ti perdona e grazie a questo perdono sei libero/a.
Cazzo.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Non mi viene altro: cazzo, che violenza.
Il secondo non sarà un granché, ma senza dubbio il primo è un bastardo epico.
Marcione: teologo e vescovo cristiano vissuto nel II secolo. Ed eresiarca. Non starò a entrare nei dettagli del suo pensiero e mi limiterò a riassumerne il nucleo fondamentale: l’unico vero Dio cristiano, ovvero il Dio onnisciente, onnipotente e buono, è il Dio Padre rivelato nel Nuovo testamento attraverso l’opera di Gesù, che ha proclamato la legge dell’Amore, mentre il Dio incazzoso e violento dell’Antico testamento è un demiurgo limitato, primitivo e stronzo. Già, ma quale Nuovo testamento? Ai tempi di Marcione non è ancora stato codificato un canone definitivo. Allora lui ne propone uno semplice: una versione ridotta del vangelo di Luca e di alcune lettere di Paolo. Siccome nulla è rimasto dei suoi scritti, tutto quello che sappiamo di Marcione lo ricaviamo per via indiretta dai molti suoi critici contemporanei e successivi, fra i quali Tertulliano ed Epifanio di Salamina. Facile immaginare la loro obiettività. Ma tant’è: qui importa sapere che per Marcione il Dio dell’Antico e il Dio del Nuovo testamento non possono essere lo stesso Dio. E sai che c’è? Ha ragione lui, come capisce chiunque legga senza pregiudizi le Sacre scritture.
Tutto dipende da dove lo cerchi.
Che Gesù non fosse una brava persona l’ho spiegato e documentato. Eppure viene considerato il fondatore della «religione dell’Amore». Anzi il Figlio di un Dio – e Dio lui stesso – che è Amore. Proprio lui in persona – anzi tre persone – è Amore. E giù di citazioni dal Nuovo testamento. A pescare quelle giuste però. Ché a pescarne altre, invece…
Aveva ragione Schiller.
Dice: «Però io non sono d’accordo». E ti pareva. C’è sempre qualcuno che non è d’accordo. E invece di dirmelo quando dovrebbe, quando per il pubblico arriva il momento delle domande, decide di placcarmi dopo, alla fine di questa conferenza sull’astrologia, quand’è tardi e io sono stanco e ho solo voglia di andare a casa. Son quasi le 11 e ho pure saltato la cena.