Alla prova della teodicea, il loro fallimento è totale.
Possiamo suddividere i cristiani in due grandi famiglie, beninteso non separate in modo netto e con uno spettro di posizioni intermedie: i superficiali e i (presunti) razionali.
Alla prova della teodicea, il loro fallimento è totale.
Possiamo suddividere i cristiani in due grandi famiglie, beninteso non separate in modo netto e con uno spettro di posizioni intermedie: i superficiali e i (presunti) razionali.
Mi assumo le conseguenze della mia sgradevolezza. (Anche) in nome della libertà.
«Sono d’accordo con quello che dici, ma proprio non mi va giù il modo in cui lo dici»: me lo sono sentito rimproverare tante volte da qualche animo gentile, a proposito de L’Eterno Assente. Ma che cosa non va nel mio modo di esprimermi? «È volgare», mi risponde l’animo gentile. «Volgare e offensivo. Ferisce la sensibilità delle persone. Le stesse cose potrebbero essere dette in maniera più elegante, più rispettosa, meno brutale.» Potrebbero. Ma anche no. E forse nemmeno dovrebbero.
Di tre colpe viene accusata la scienza: il dogmatismo, l’arroganza e l’aridità. Commento con un’unica parola: puttanate.
Se c’è un’attività intellettuale non dogmatica, quella è la ricerca scientifica. Eppure molti – di solito quelli che di scienza non capiscono un cazzo – sostengono che gli scienziati rifiutano sempre di ammettere la falsità delle proprie teorie e, anche se posti di fronte ad argomenti cogenti, ne negano a priori la validità. È la classica cazzata dei complottisti, dai no vax ai terrapiattisti, e non merita neanche una risposta circostanziata. Tuttavia bisogna rispondere a una domanda: càpita, almeno qualche volta, che gli scienziati siano dogmatici?
Dio ci fa comunque una figura pessima.
L’argomento della teodicea – lo sappiamo – è la prova definitiva dell’impossibilità dell’esistenza del Dio abramitico. Un Dio che, secondo i credenti, è onnisciente, onnipotente e buono e che, in tutta evidenza, è incompatibile con la presenza del Male. Dove per Male intendiamo la sofferenza innocente, ossia il dolore subito da un essere senziente privo di alcuna colpa. L’esempio classico è un bambino molto piccolo: quale colpa può mai avere un bimbo di tre anni per meritare di morire fra atroci sofferenze?
Ma di sicuro uno strumento di oppressione.
Perciò, ora, una preghiera la rivolgo all’illustre professore: ci sono tante persone come me, che hanno bisogno di conferme, forse di illusione. Professor Parisi non spenga in loro la speranza. Magari è vero che Dio non esiste, ma non lo dica pubblicamente.
– Gabriella Caruso, da «Avvenire»
Queste frasi sono state pubblicate nella rubrica della corrispondenza dei lettori di «Avvenire» alla quale risponde il direttore Marco Tarquinio. Lo spunto è una dichiarazione che nei giorni scorsi ha fatto il giro dei social, dove è stata applaudita dagli atei e criticata dai credenti: «Dio per me non è neanche un’ipotesi». Chi l’ha detta?
Per la Sinistra islamofila, se non ha lo straccio in testa la candidata di origine straniera non va bene.
Mariam Ali non ce l’ha fatta. Candidata per Democrazia solidale alle elezioni comunali a Roma nella coalizione di Centro-sinistra, la 20enne velata non è stata eletta. Portata a esempio di integrazione di successo, Mariam ha una sorella maggiore, Tasnim, che è una influencer con centinaia di migliaia di follower e pure lei indossa sempre il velo islamico. Mariam e Tasnim sono figlie di Sami Salem, l’imam di origini egiziane che guida la moschea di via della Magliana. Una bella famigliola integratasi – si direbbe – alla perfezione nella società e nella cultura italiane. Ah, il bello del multiculturalismo, la ricchezza di una società variegata e vivace!
Però, però.
Dobbiamo essere soddisfatti? Tutto sommato sì. Ma anche pessimisti. Ché in Italia i preti vincono sempre. Sempre sempre sempre.
Un milione. E rotti. Tante sono le firme raccolte per il referendum promosso dall’Associazione Luca Coscioni per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale italiano. In sintesi: la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente. Ancora più in sintesi: la legalizzazione dell’eutanasia. Evvai!
Evvai?
Con qualche novità.
L’Eterno Assente torna nella tua vita. Dopo cinque mesi di (prolungata) pausa estiva, rieccomi con i miei pipponi sotto forma di articoli, di video/podcast, di suggerimenti di lettura ma anche di altre cose che nel frattempo ho messo in cantiere. Nell’ultimo video avevo promesso un sondaggio per capire se alcune potessero essere gradite ai miei follower, ma poi ho pensato: «Sai che c’è? Faccio di testa mia». E le ho implementate. Se piacciono, bene. Se invece non piacciono, prendo atto del fallimento e le elimino.
Per L’Eterno Assente inizia la pausa estiva. Di già?
So che cosa stai pensando: che io sono un fancazzista. E sai che c’è? Un po’ hai ragione: oltre che un discreto fallito, io sono pure un fancazzista. Le due cose vanno insieme, peraltro: se sono un fallito è anche – direi anzi soprattutto – perché sono un fancazzista. E viceversa: sono un fancazzista perché sono consapevole del fallimento ineluttabile di ogni mio sbatti. D’altronde anche quest’anno arrivo all’estate «un po’ stanchino» (cit.). Sicché entro in modalità «pausa estiva» da adesso fino a ottobre.
Se esiste, mi riguarda. Se non esiste, la sua credenza va estirpata, perché provoca danni immensi.
Dopo alcuni mesi che ci frequentavamo, prima di andare a convivere e poi di sposarci in Francia, Alessandro mi fece notare quanta importanza io dessi alla religione. In ogni viaggio insieme lo trascinavo a visitare chiese e sinagoghe. Leggevo testi sacri e libri di teologia. E non perdevo occasione per riflettere sulla questione teologica. «E che cazzo!», sbottò a un certo punto. «Ti occupi di Dio più di un prete o di un rabbino! Ma perché lo fai?». Alessandro, che è agnostico, aveva e ha ragione. La sua è una domanda legittima, che mi sono sentito porre spesso: «Se sei ateo, che ti frega di Dio? Perché te ne occupi?». D’altronde non sono l’unico ateo a interessarmi al problema teologico. Ed è risaputo che, in media, gli atei sulle religioni ne sanno assai di più del credente quadratico medio.